Visto nelle sale cinematografiche italiane nell’Ottobre 2022, Everything, everywhere, all at once rimarrà, senza alcun dubbio, uno dei film più chiacchierati del biennio 2021-2022.
Un lungometraggio che, narrativamente strutturato nelle tre parti suggerite dal titolo, cala la Michelle Yeoh de La tigre e il dragone nei panni della titolare di una lavanderia a gettoni che non accetta la relazione omosessuale della figlia Stephanie Hsu e che, con un matrimonio alla frutta, ha anche un padre intronato, ovvero James Hong.
Il James Hong che, ricordato in particolar modo per essere stato il diabolico Lo Pan nel cult carpenteriano Grosso guaio a Chinatown, in fatto di icone dell’intrattenimento eighties su celluloide coinvolte nel cast fa il paio con il Ke Huy Quan qui impegnato a ricoprire il ruolo di marito della donna.
Il Ke Huy Quan che fu il bambino Shorty al fianco di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto di Steven Spielberg e il geniale Data ne I Goonies di Richard Donner; in questo caso al servizio di una decisamente folle visione le cui due ore e venti circa di durata si evolvono in seguito a quello che non sembrerebbe altro che un controllo fiscale di routine.
Sembrerebbe, appunto, perché, con una spietata impiegata del fisco incarnata da Jamie Lee Curtis, tale controllo diventa la porta attraverso cui i protagonisti vengono trascinati in un multiverso destinato a fare da sfondo ad una lotta contro un nemico in apparenza inarrestabile.
Non a caso, vi è chi non ha esitato a definire proprio il film definitivo sul multiverso Everything, everywhere, all at once, frenetico mix di assurde trovate spazianti da omaggi-parodia alla Settima arte (compreso il capolavoro della fantascienza 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick) alla sequenza in cui abbiamo individui presi a conficcarsi oggetti là dove non batte il sole (!!!).
E, mentre emerge una indispensabile morale relativa al privilegio delle cose realmente importanti nella vita, da un lato sono facilmente avvertibili echi provenienti dal fanta-classico di fine XX secolo Matrix, dall’altro in mezzo a scontri corpo a corpo, abbondanza d’azione e perfino accenni di splatter, trova non poco spazio l’ironia.
Con una card da collezione inclusa nella custodia amaray e commento audio dei registi, nove minuti di making of, otto di papere e tredici di scene tagliate nella sezione extra, lo rende disponibile su supporto blu-ray Eagle pictures.