Figura anche Neri Parenti – il più prolifico regista di cinepanettoni targati De Laurentiis – tra gli sceneggiatori di Improvvisamente Natale, ritorno per il napoletano Francesco Patierno alla commedia, praticata l’ultima volta nel 2014, ai tempi del pessimo La gente che sta bene con Claudio Bisio.
Disponibile su Prime Video a partire dal 1° Dicembre 2022, Improvvisamente Natale pone al proprio centro un Diego Abatantuono nonno che, titolare di un alberghetto d’alta montagna che si trova costretto a vendere, accetta l’ingrato incarico di dare alla nipotina Sara Ciocca la notizia dell’imminente separazione dei genitori Lodo Guenzi e Violante Placido.
Un fatto poco piacevole che, in pieno Agosto, lo spinge a regalare alla piccola un ultimo felice Natale, visto che per lei è sempre stato il momento speciale dell’anno in cui rivedere, appunto, l’anziano parente.
Eppure, man mano che Michele Foresta fa da cameriere a che al ricco cast si aggiungono anche Paolo Hendel e Luca Vecchi coinvolti in piccoli ruoli, risulta decisamente difficile lasciarsi conquistare dalla oltre ora e quaranta di visione.
Una oltre ora e quaranta di visione al cui interno, al massimo, può suscitare un minimo d’interesse e strappare, magari, qualche sorriso la sottotrama riguardante un Antonio Catania impegnato a non farsi vedere da una Gloria Guida che, cliente dell’hotel, trascorse anni prima una notte d’amore insieme a lui e ha ora stretto amicizia proprio con sua moglie, ovvero Anna Galiena.
Una sottotrama che richiama vagamente alla memoria le varie situazioni a base di mogli tradite e mariti fedifraghi alle quali ci ha abituati Christian De Sica ai tempi in cui sbancava al botteghino di fine Dicembre, ma che, essendo Improvvisamente Natale un film indirizzato fortemente al pubblico delle famiglie, sfoggia tutt’altro che linguaggio sboccato e doppi sensi.
Non a caso, proprio per strizzare l’occhio al pubblico dei giovanissimi abbiamo anche la combriccola di ragazzini che, al fine di spaventare il potenziale acquirente della struttura alberghiera, escogitano scherzi fantasmagorici ispirandosi a Shining di Stanley Kubrick.
E quando una commedia italiana mira a divertire fornendo parodie di osannatissimi classici come, appunto, Shining è molto facile che riesca al massimo a far colpo su una platea per lo più borghese e che emerga la sua totale mancanza di potenziale comico (si pensi solo al pessimo Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto).
Quindi, tra frequenti immagini da cartolina e colonna sonora di Pino Donaggio eccessivamente invadente, con un Abatantuono sprecato quanto il Nino Frassica sacerdote, che si vanta di non aver sempre unito nel matrimonio coppie che non si sono mai divise, Improvvisamente Natale non riesce in alcun modo a convincere. Fino al prevedibile trionfo conclusivo di buoni sentimenti.
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