Il 17 novembre è prevista l’uscita al cinema di Belle e Sebastièn– Next Generation diretto dal francese Pierre Coré e distribuito da Medusa Film per Notorious Pictures. Il grande classico per le vecchie e le nuove generazioni torna ora sul grande schermo dopo 4 anni di distanza dall’ultimo capitolo.
Tutti fuggono da Belle tranne Seb, un giovane ragazzino che sta passando le vacanze estive sui Pirenei dalla nonna e dalla zia e che è sempre più attratto dal cane e vorrebbe a tutti i costi entrarci in confidenza. Sebastièn dopo un primo impatto diffidente e timoroso, sente subito di volere un gran bene a Belle e così i due legano fin da subito e diventano compagni di avventure tra le maestose montagne dei Pirenei.
La pellicola dall’atmosfera dolce e delicata, pone prima di tutto la natura al centro di tutto: gli alberi, i monti, il cielo stellato, gli animali sono i veri protagonisti di un film dai temi tutti green. C’è ancora spazio però per i cellulari, i social e il mondo tecnologico al quale il giovane protagonista fa riferimento nel corso della narrazione. Non compare mai un giudizio da parte del regista su queste moderne tecnologie poiché se usate nel modo coretto, esse possono contribuire a facilitare la vita quotidiana.
L’empatia che si viene a provare con la storia è infatti molta e il fattore emotivo è il motivo principale che muove le fila dell’intero ritmo narrativo. È proprio quest’ultimo infatti a risultare a tratti più disteso e in altri più rapido e frammentato, il risultato che si ha è quello di un tempo ben scadenzato, né troppo lento né troppo veloce.
Molto belle sono anche le vicende secondarie della nonna e della zia di Sebastièn attorno a cui ruota un’importante decisione: vendere o meno la fattoria di famiglia ora che il nonno di Seb è venuto a mancare.
Belle e Sebastièn è una storia per famiglie e per giovani ragazzi o adolescenti che si vogliono perdere tra i boschi insieme ai protagonisti per mille avventure.
Insomma il risultato è ben riuscito, anche se a volte la pellicola manca di alcuni collegamenti logici che avrebbero legato meglio tutta la narrazione e di un ritmo a volte troppo lento che rischia di annoiare o distogliere la mente dello spettatore dalla visione.
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