Dopo i giusti premi di Venezia 79 arriva finalmente per tutti sul grande schermo l’ultima fatica di Luca Guadagnino con protagonisti Timothée Chalamet e Taylor Russell. Tratto dall’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, la storia di due giovani amanti, cannibali che si cibano di essere umani, si riconoscono tra loro dall’odore, si amano.
Da un punto di vista cinematografico abbiamo poco da scrivere ormai Luca Guadagnino è semplicemente un maestro, tutto il lessico del linguaggio visivo viene sfruttato, anche quello che farà storcere il naso agli spettatori dallo stomaco debole, ma che George Romero (il creatore degli Zombi divora esseri umani) avrebbe apprezzato davvero tanto.
Bones and All, letteralmente mangiare fino alle ossa, è veramente una pellicola che va consumata dall’inizio alla fine, una classica storia d’amore on the road in un’America retrò, punteggiata da scene horror di pasti, da una oscura figura di nome Sully (un Mark Ryalance che andrebbe coperto di Oscar), la disperata ricerca di una normalità impossibile da raggiungere.
Difficile raccontare la storia, perché la speranza è che lo spettatore meno conosce della pellicola più ne apprezzerà al massimo la fattura, ci verrebbe da scrivere “da consumare prima dei pasti”, ma sarebbe un gioco stupido troppo facile di parole e forse già ne abbiamo abusato nel titolo.
Guadagnino sfrutta tutte le sue capacità, per realizzare questa storia davvero atipica nel panorama cinematografica, ma degna di tanti nostri autori glorificati all’estero e quasi dimenticati in patria.
Tutto è giocato sui colori, anche la cromatica della splendida fotografia, gli attori a dir poco perfetti, ormai Chalamet è un star affermata, ma la sua compagna Russell è davvero sorprendente ed in fin dei conti è Lei la protagonista di questa storia.
Molti troveranno in questa storia di cannibalismo tante letture, inevitabile richiamo agli Zombi di Romero, alle atmosfere dei primi di film di Cronenberg, alcune lente inquadrature degne del miglior Argento alle prime armi, ma sinceramente non è generoso fare inutili paragoni, Guadagnino lo scriviamo ancora è un maestro.
Quello che vogliamo raccontarvi in poche righe, e speriamo di convincervi, è di andare a vederlo sul grande schermo questa pellicola, luogo dove se lo merita. La storia dell’amore tra una giovane coppia, vittima di un oscuro male che li costringe a nutrirsi di esseri umani, cercando a modo di loro di colpire solo vittime solitarie, ma a volte falliscono, e nel contempo alla disperata ricerca di una tranquillità di una banale felicità di coppia.
Ma ovviamente non è possibile e nel loro viaggio, prima quello di Maren (Russell) alla ricerca della madre perduta, dopo essere stata alla fine abbandonata dal padre che ha cercato di proteggerla dal suo “male”, incontra Lee (Chamalet) suo amante e compagno di pasti, mentre l’oscuro Sully (Rylance) sarà la loro nemesi.
Potremmo continuare a lungo con righe e frasi altisonanti e aggettivi, parlando di corpi, sangue, del pasto del regista (altro termine abusato), ma sarebbe uno spreco di tempo per il lettore di queste righe e quasi un’offesa per il regista; i film vanno visti, non raccontati in breve o lunghe recensioni. Sinceramente preferiamo lasciare allo spettatore la magia di quest’arte che riesce per qualche ora farvi dimenticare ogni problema, e farvi vivere la storia di una giovane coppia di amanti, con un amore che pretende di essere nutrito, nel vero senso della parola, fino alle ossa.
Guarda il trailer