Sei mai stato bambino? È questo l’interrogativo che intende fornire Tutti a bordo, commedia on the road che, nei cinema dal 29 Settembre 2022, segna il ritorno al servizio del grande schermo per il regista napoletano Luca Miniero, tre anni dopo Attenti al gorilla.
Una commedia che cerca immediatamente un taglio fresco e giovanile a partire dall’apertura con chat, prima ancora dei titoli di testa accompagnati da una rilettura della storica Born to be wild.
E anche prima ancora che facciamo conoscenza con il Bruno dal volto di Stefano Fresi, il quale, sposato con la Chiara interpretata da Giulia Michelini, riesce a convincere il figlio di dieci anni Juri alias Leone Girlanda e i suoi amici a partire per una vacanza-studio; in quanto convinto che un viaggio attraverso l’Italia, da Torino a Palermo, possa rappresentare una bellissima esperienza per i ragazzi, reduci da un anno di isolamento dovuto al lockdown da Coronavirus. Viaggio che si offre di affrontare insieme ad essi; se non fosse per il fatto che, impegnato in una discussione con l’inaffidabile padre Claudio, ovvero il Giovanni Storti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, finisce per rimanere sulla banchina una volta che il treno è partito.
Imprevisto che spinge i due ad iniziare una corsa contro il tempo per non far venire a galla il loro monumentale errore e recuperare la combriccola di scatenate pesti; nel frattempo alle prese con i controllori Laura e Mario, incarnati da Viviana Cangiano e un Carlo Buccirosso che rischia di scoprire che sono rimasti incustoditi.
Un Carlo Buccirosso in verità piuttosto sprecato, che arricchisce il cast di Tutti a bordo insieme ad altri facce note della risata tricolore coinvolte, però, soltanto in brevi apparizioni; da Massimo Ceccherini all’Alessandro Besentini del duo Ale e Franz protagonista di un’esilarante gag in elicottero.
Al servizio di circa un’ora e mezza di visione che, tra un inaspettato incontro con una futura sposina reduce dall’addio al nubilato e un momento cantato a base di suore, cerca in maniera evidente di emulare i prodotti leggeri d’oltreoceano destinati al pubblico dei giovanissimi; tanto da proporre la tipica situazione con poliziotti chiamati all’opera nel momento in cui stanno mangiando in automobile e da scimmiottare chiaramente la colonna sonora de I Goonies attraverso le musiche composte da Santi Pulvirenti.
I Goonies richiamato anche nelle immagini finali ambientate sulla costa, ma da cui è bene prendere decisamente le distanze. Perché, in mezzo a continue grida di bambini, soundtrack rockeggiante spesso invadente e montaggio schizofrenico, Tutti a bordo spinge a storcere il naso fin dai primissimi minuti di visione. Se poi aggiungiamo anche spruzzate del tipico, piuttosto guitto humour minierano (si pensi all’”omaggio” all’Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti) sapete cosa vi aspetta.
Potrebbe piacere ai vostri figli… ma solo se hanno meno di tredici anni.
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Foto: Gianni Fiorito