Il 25 agosto uscirà in tutte le sale cinematografiche il nuovo film di David Leitch dal titolo Bullet train con un cast stellare formato da: Brad Pitt; Aaron Taylor Johnson; Joey King; Logan Lerman; Brian Tyree Henry; Sandra Bullock. La pellicola si basa sul romanzo best seller “I sette killer dello Shinkansen” di Kōtarō Isaka pubblicato per la prima volta nel 2010. David Leitch è famoso per aver diretto pellicole come: John Wick, Deadpool 2 e Fast and Furios Presents. Da questi titoli Leitch riprende l’ironia pungente, il sarcasmo e la voglia di sperimentare e provare un nuovo tipo di cinema che sappia arrivare dritto al cuore e alla mente degli spettatori.
Si tratta infatti di un nuovo modo di concepire e di fare cinema: l’impronta giapponese si nota in ogni sua forma e questo dona al film una forza e una potenza comunicativa di grande impatto. Bullet train non è il classico thriller ricco di suspense e colpi di scena, ma la sua forza sta nell’esprimere una nuova forma comunicativa attraverso una formula basata sull’autoironia. David Leitch scherza coi suoi personaggi, non prende sul serio nemmeno le scene più drammatiche e ribadisce più volte il concetto di destino e di karma. Questi due fattori infatti sono presenti dall’inizio alla fine del film e e rappresentano il punto di forza del personaggio principale interpretato da Brad Pitt. Ladybug (Pitt nel film) si salva infatti innumerevoli volte a causa del caso o per meglio dire del destino che gli è quasi sempre favorevole. Bullet train offre così una riflessione attenta e per niente scontata sul senso che il karma e il destino hanno nel corso delle vite. La casualità muove le fila della vita degli uomini e lo fa in modo spesso pungente e crudele ribaltando le sorti e la fortuna dei personaggi.
Il film a livello tecnico vanta maestosi effetti speciali, un uso registico innovativo e un utilizzo sagace e potente di dialoghi ben scritti e nuovi nel panorama attuale cinematografico. Altro punto forte del film è rappresentato dalla recitazione dell’intero cast che si muove continuamente tra gag e momenti di pathos. La pellicola è adatta ad un tipo di pubblico adulto che non si impressiona facilmente guardando scene di violenza o di sangue (da sottolineare il contesto “splatter” molto presente nel film) e che è aperto anche ad un nuovo modo di concepire il cinema stesso.
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