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SiciliAmbiente: tutti i vincitori della XIV edizione

Annunciati i vincitori della XIV edizione di SiciliAmbiente nella suggestiva cornice di San Vito Lo Capo. Il festival diretto da Antonio Bellia, con la direzione organizzativa di Sheila Melosu, da sempre importante punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per il cinema legato alle tematiche ambientali, ai diritti umani, allo sviluppo sostenibile e alla biodiversità, annovera 4 sezioni competitive fedeli alla linea della manifestazione. Oltre al Concorso internazionale documentari: un Concorso internazionale lungometraggi di finzione, un Concorso internazionale cortometraggi (di finzione e documentari) e un Concorso internazionale dedicato all’animazione.
Come ogni anno, oltre ai premi in denaro per ogni sezione competitiva, offerti dall’ARPA Sicilia, vengono assegnati il Premio AAMOD, il Premio “Diritti Umani” conferito da Amnesty International Italia e il Premio “Ambiente” conferito da Greenpeace Italia.
La giuria composta dalla regista Sahraa Karimi, Anna Favella e Angela Caponnetto ha assegnato a Mother lode di Matteo Tortone il premio al miglior documentario, presentato in anteprima siciliana. Un ipnotico racconto di un viaggio a metà tra la mitologia e il monito contro i pericoli della hubris umana.
La giuria ha assegnato il premio Perchè è “un film poetico, reso ancora più forte dal bianco e nero: la miniera ricorda la metafora della discesa negli inferi e traduce con linguaggio moderno il mito delle fatiche di Sisifo. Il regista utilizza il tema del viaggio per indagare l’esistenza umana: l’utilizzo della macchina da presa guida perfettamente il pubblico in questo viaggio”.

Il documentario si aggiudica anche il Il Premio AAMOD  “per l’abnegazione e la dedizione allo studio antropologico e territoriale del documentarista, e per la sua ambiziosa applicazione del Cinema del reale a dei luoghi e una storia che proprio sugli abissi e le profondità dell’ambizione si interroga”.
Il premio consiste nell’utilizzo gratuito di 3′ di materiale audiovisivo dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, del valore stimato € 3.000,00.

Il Secondo premio va a I’m so sorry di Liang Zhao, un documentario di produzione francese, in anteprima italiana perchè è “un film con un linguaggio fotografico raffinato e di forte impatto che allo stesso tempo restituisce l’inquietudine della desolazione e dell’abbandono. Ci mette di fronte all’impotenza che proviamo facendo i conti con le conseguenze di un disastro ambientale”.
già presentato nel 2021 al Festival di Cannes, il doc riflette sulle conseguenze del nucleare attraverso le testimonianze della popolazione riallocata di Fukushima e le voci di chi è tornato illegalmente nella zona di esclusione di Cernobyl, resa inabitabile dal disastro nucleare del 1986. Storie toccanti raccontate in prima persona, e rappresentate con delicatezza, si alternano con le immagini dello smantellamento dei reattori in Germania, del deposito di Onkalo in Finlandia e delle proteste contro le miniere di lignite, per farci riflettere sul momento storico che stiamo attraversando.

 I’m so sorry si aggiudica anche il premio “Greenpeace Italia” riservato ai documentari a tema ambientale della 14ma edizione del Festival.
perché è “un documentario che riflette sulle conseguenze del nucleare attraverso le testimonianze della popolazione riallocata di Fukushima e le voci di chi è tornato nella zona di esclusione di Cernobyl dopo il disastro nucleare. Storie toccanti raccontate in modo essenziale e in prima persona per portarci a riflettere sul momento storico che stiamo attraversando. La dimensione umana è raccontata dalla situazione dei sopravvissuti a queste catastrofi nucleari, le cui conseguenze si proiettano a lungo nel tempo. Un monito a non continuare negli errori già compiuti”.

Giuseppe Onufriodirettore esecutivo di Greenpeace Italia, che da alcuni anni collabora con SiciliAmbiente per la sezione dei documentari ambientali ha commentato: “È stato premiato un documentario asciutto e essenziale, capace di fare emergere la dimensione umana della tragedia attraverso i racconti dei sopravvissuti a catastrofi nucleari che hanno cambiato per sempre le loro vite. La tenue speranza è affidata ai giovani attivisti che chiedono risposte nuove e realmente sostenibili al problema dell’approvvigionamento energetico“.

Una Menzione speciale va al documentario Chickensvirus and us di Filip Remunda “perché il regista parte dalla propria esperienza familiare per raccontare due temi di grande attualità: il coronavirus e l’allevamento intensivo degli animali. Il diario familiare, scritto con intelligente ironia, diventa metafora di come si possa instaurare un rapporto sostenibile tra uomo e natura”.

Il Premio del Pubblico per i lungometraggi di finzione, va a La scelta di Anne – L’ Evénément di Audrey Diwan. Un film che ripropone oggi un tema di grande e drammatica attualità quale quello dell’aborto.

Il Premio Speciale Amnesty International Italia, dedicato ai diritti umani, va a Heza di Derya Deniz, un’ anteprima italiana, presentato al festival dal produttore Afat Baz.  Per la giuria ” Il film percorre un territorio devastato e abbandonato. Nel far questo racconta la storia di Hêza e la distruzione di famiglie e di vite, la loro assenza silenziosa e dolorosa. Ha grande il merito di raccontare anche una storia di resistenza, rinascita e affermazione di sé, e di farlo senza cadere nella retorica celebrativa della combattente eroica. Derya Denîz riesce, riprendendo pochi incontri e sguardi, a rendere la violenza e la paura passate ma soprattutto a celebrare il coraggio e la solidarietà di persone comuni precipitate in un incubo. Viene in mente la storia di Nadia Murad, un altro modo di reagire a una sofferenza inimmaginabile. Strade diverse che cercano, ancora, con strumenti diversi, giustizia e riparazione per il popolo yazida”.

Per i cortometraggi il premio al miglior cortometraggio va a Lili Alone di Zou Jing. Perchè “Lili Alone  parla di una storia al femminile che tratta temi universali come la povertà e la maternità, senza trascurarne i risvolti etici. Dal punto di vista estetico, il film è realizzato in modo delicato e raffinato”.

Il Secondo premio è assegnato a Empiric di Ioana Turcan. “Empiric rappresenta temi sui quali tuttora si continua a dibattere, nonostante il corto sia ambientato negli anni Sessanta, sotto il regime di Ceauçescu: aborto e disabilità. Degne di nota l’ambientazione e l’interpretazione”.
Una Menzione speciale va al cortometraggio Don’t tell anyone di Sahar Sotoodeh perchè “Il film trasmette il coraggio di parlare di un argomento difficilissimo, un vero e proprio tabù, soprattutto in un paese islamico come l’Iran: la violenza sessuale da parte di un padre verso la figlia. La resa cinematografica e l’ottima interpretazione, unitamente a una fotografia scarna e minimalista, contribuiscono a enfatizzare il tema trattato”.

Il Premio TTPixel che consiste consistente in 4 turni di color correction + la stampa di 1 master DCP. Valore totale del premio € 3.000,00 è assegnato a fili di memorie di Marco Latina.

Per le animazioni il primo premio va a The Soloists di Mehrnaz Abdollahinia, Feben Elias Woldehawariat, Razahk Issaka, Celeste, Jamneck, Yi Liu.
Il corto “ha saputo interpretare, tramite un’accurata e sapiente interazione di immagini e musiche, il tema della repressione delle libertà e della discriminazione di genere, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nelle diverse forme di resistenza che le donne, protagoniste del cortometraggio, mettono in atto. Ha saputo sorprendere lo spettatore utilizzando l’animazione con cambi di scena ad effetto, suggestivi ed efficaci sul piano della narrazione. Ha saputo condensare emozioni in musica e comunicare messaggi di speranza in dialoghi diretti e immediati. Ha dimostrato una grande sensibilità nei confronti di temi così importanti, spesso ignorati, valorizzando il ruolo sociale della donna”.

Il Secondo premio è assegnato a Glory di Charlotte Geysels per aver interpretato efficacemente le emozioni e i tormenti di un giovane torero impegnato in uno scontro che va ben oltre la ferocia della tauromachia, trascinando lo spettatore, attraverso l’uso del flashback e della musica, in una narrazione per nulla scontata di una storia familiare segnata dal lutto e dal dolore, e per aver gettato una luce sul tema della spettacolarizzazione della violenza e della sofferenza muovendo gli animi alla riflessione sulla opportunità di mantenere vive certe tradizioni folcloriche”.

L’edizione 2022 del festival, è stata promossa da Demetra Produzioni e da Associazione culturale Cantiere 7 con il contributo del Comune di San Vito Lo Capo, con la collaborazione di ARPA Sicilia, Amnesty International Italia, Greenpeace Italia e AAMOD le precedenti edizioni sono state realizzate anche con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, Dipartimento Turismo Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, nell’ambito del progetto Sensi Contemporanei e del MiC – Direzione Generale Cinema

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