La seconda guerra mondiale è piena di storie misteriose e spie, stori rimaste sepolte per anni con tanto di segreto, e solo recentemente gli storici hanno potuto accedere agli archivi per scoprire la verità. Operazione Mincemeat – L’arma dell’inganno, è una di queste storia, in una pellicola che vede protagonista Colin Firth e Matthew Macfadyen, per una storia al limite dell’inverosimile ispirata probabilmente da Ian Fleming che al tempo lavorava per il vero servizio britannico prima di diventare lo scrittore di successo di James Bond.
Il film diretto da John Madden mette in scena con il giusto tocco di finzione cinematografica e po’ di melò che non guasta questa storia tesa ad ingannare le forze naziste sul prossimo sbarco da effettuare nel 1943, ovvero il ventre molle dell’Italia, ma bisognava far credere che il vero obiettivo poteva essere la Grecia o perfino la Sardegna. La storia inizia dalla fine ovvero da quel 10 luglio 1943 che vedrà lo sbarco in forze degli alleati in Sicilia e una debole (in realtà non troppo) resistenza della forte italo-tedesche presenti sull’isola. La pellicola ci riporta subito a 6 mesi precedenti e allo sviluppo di una storia fatta di inganno, coraggio e sacrificio. La vicenda segue in modo dettagliato con i veri nomi dell’Intelligence che svilupparono un piano per ingannare le forze naziste, Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfayden) sono i due agenti a cui è stato affidato un compito quasi impossibile, ovvero ingannare i tedeschi facendo trovare il corpo di un ufficiale inglese con in possesso documenti top secret e una corrispondenza falsa. Un’operazione a dir poco complicata trovare, un cadavere di un soldato inglese ancora in buono stato, realizzare una finta biografia con tanto di foto della ragazza fare in modo che il corpo già posto in un frigorifero possa essere trasportato in un complicato mezzo all’interno di un sottomarino e poi abbandonarlo sulle coste della Spagna, nel golfo di Cadice in particolare facendo credere agli spagnoli, all’epoca simpatizzanti di Hitler con la dittatura di Franco, dei preziosi documenti per farli esaminare alle numerose spie presenti in terra spagnola. Un qualcosa di estremamente strampalato e complicato con mille possibilità che il piano non possa andare in porto o che comunque i tedeschi non abbocchino al piano di far credere che lo sbarco avverrà in Grecia.
In definitiva per lo spettatore un interessante scoperta per un episodio cruciale, anche se in realtà il peso dell’operazione e la celebrazione molto british della pellicola, dimentica che in realtà la facilità relativa, con cui fu presa la Sicilia fu più demerito del governo fascista e di un esercito italiano in parte demoralizzato a causa dell’andamento della guerra.
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