Dopo quasi novanta titoli in curriculum come attrice, Claudia Gerini passa dietro la macchina da presa con Tapirulàn, in uscita nelle sale cinematografiche il 5 Maggio 2022.
Soprattutto lui perché finisce per rivelarsi importante nell’ideale percorso di autoanalisi che la donna, più o meno inconsapevolmente, arriva ad intraprendere nel fornire le proprie consulenze; man mano che viene anche a sapere dalla sorellastra Chiara alias Claudia Vismara che il loro padre sta morendo e necessita di cellule staminali.
Un percorso di autoanalisi orchestrato nell’inanellare le diverse conversazioni spazianti da chi dichiara di aver investito un cane a chi scopre di essere gay; offrendo oltretutto la possibilità di toccare la tematica dell’omofobia, presente insieme a quella degli abusi sul sesso femminile.
E, mentre non mancano neppure interventi di Marco, supervisor di Emma interpretato dal Fabio Morici che è anche sceneggiatore – al fianco di Antonio Baiocco – di Tapirulàn, viene affermato da un lato che ci si può riparare soltanto da ciò che è fuori e non da quel che abbiamo dentro, dall’altro che non possiamo fare nulla al nostro passato, ma è sempre possibile ricostruire il futuro, perfino sulle macerie.
Un’operazione di conseguenza caratterizzata da un’impostazione teatrale testimoniata anche dall’importanza conferita alle buone performance sfoderate dal cast e che la Gerini gestisce a dovere, sia in scena che in cabina di regia… sebbene qualche minuto in meno avrebbe sicuramente giovato a Tapirulàn.
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