Dieci anni dopo averlo diretto nel dittico costituito da Maschi contro femmine e Femmine contro maschi, Fausto Brizzi eleva a protagonista Alessandro Preziosi in Bla Bla Baby, nelle sale cinematografiche a partire dal 7 Aprile 2022.
E lo cala nei panni di un affascinante quarantacinquenne che, trascorsa una vita ad inseguire il successo senza alcun risultato, si vede costretto a lavorare all’interno di un asilo nido nella grande azienda Green Light, insieme alle colleghe Maria Di Biase e Chiara Noschese. Asilo nido in cui, quotidianamente, affronta i pianti e le urla dei piccoli dei dipendenti, tra i quali vi è la Matilde Gioli mamma in carriera che lui sogna di conquistare. Fino al giorno in cui il suo desiderio di instaurare un rapporto di comunicazione con i bambini si avvera dopo aver mangiato un omogeneizzato alla platessa proprio quando ne stanno annunciando al telegiornale il ritiro dal commercio perché “contaminato”. Un momento, quello in cui comincia ad avvertire gli effetti di ciò che ha ingerito, che omaggia esplicitamente determinati stratagemmi visivi tipici dei cinecomic, dei quali l’autore di Notte prima degli esami non ha mai nascosto di essere un fan. Sebbene sia inevitabilmente il successo a stelle e strisce Senti chi parla a lasciarsi interpretare quale principale modello di riferimento dopo che, come già accennato, il buon Alessandro comincia a sentire parole di senso compiuto provenire dalle bocche dei bimbi; tanto da pensare di diventare ricco ideando la nuova app Bla Bla Baby.
Nel corso di una prima parte che, caratterizzata da un’impostazione piuttosto teatrale testimoniata dall’abbondanza di situazioni ambientate in interni, non riesce nell’impresa di nascondere una certa fiacchezza di narrazione. Che, fortunatamente, però, svanisce quando il film comincia a prendere una piega che sfiora gli stilemi dell’heist movie, con i pargoli utilizzati per intralciare i piani di un Cristiano Caccamo amministratore delegato dell’azienda, nonché amante della Gioli. Piani mirati a mandare in bancarotta l’impresa per poi scappare all’estero con diversi brevetti e idee, tra cui l’ape robot dello scienziato Massimo De Lorenzo; il quale completa il buon cast di attori funzionali comprendente anche Nicolas Vaporidis, Nina Torresi, Fabrizio Nardi e Nico Di Renzo. Quest’ultimo papà di una bimba che, in maniera esilarante, “regala” improvvisamente testate in faccia a chi la tiene in braccio; rivelandosi uno dei simpatici elementi di una commedia che migliora man mano che si dirige verso l’epilogo.
Una commedia non eccelsa ma che, complici sia gli ottimi effetti digitali che l’efficace colonna sonora a firma del fido Bruno Zambrini, sfoggia un look decisamente internazionale. Con un messaggio chiaramente rivolto a chi è genitore o a chi si appresta a diventarlo: per capire i figli non bisogna cercare scorciatoie, bensì impegnarsi giorno per giorno.
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