In arrivo su Prime Video il 24 Marzo 2022, I cassamortari rappresenta la terza prova registica per Claudio Amendola, dopo la commedia La mossa del pinguino, datata 2013, e il drammatico Il permesso – 48 ore fuori, di quattro anni dopo.
Aspetto bizzarro, quest’ultimo, all’interno di uno script che, a firma di Kissy Dugan e Francesca Neri, tira in ballo anche Giuliana Lojodice nei panni della madre dei quattro; a completamento di un cast di volti in forma comprendente anche Antonello Fassari, Massimo Dapporto e una Sonia Bergamasco impegnata a fare da manager ad un famoso cantante cui concede in maniera esilarante anima e corpo Piero Pelù. Cantante tossico ma grottescamente coinvolto proprio in una campagna di sensibilizzazione contro le droghe e che, con la sua improvvisa e inaspettata dipartita, si rivela per i Pasti un’ancora di salvezza; in quanto la citata manager decide di rivolgersi a loro per organizzarne il funerale.
Ma, man mano che viene ribadito che non bisognerebbe mai oltrepassare il modo di essere misurati nel fare le cose, I cassamortari non fatica nel rivelarsi il meno riuscito dei tre film diretti da Amendola; che, tra l’altro, omaggia chiaramente il vanziniano Vacanze di Natale (pellicola che lo lanciò sulla strada per il successo) nella battuta sui fusilli sfoderata dalla sopra menzionata Lojodice.
Perché, se La mossa del pinguino divertiva a sufficienza e gradevolmente nell’affrontare la tematica del precariato tricolore d’inizio terzo millennio e Il permesso – 48 ore fuori era un non disprezzabile spaccato sociale in salsa noir sulla scia dei vari “romanzi criminali”, qui si parte da un soggetto a base di cinismo che sarebbe probabilmente piaciuto a Mario Monicelli, ma che Lascia individuare la sua migliore trovata nel gioco autoironico conclusivo.
Per il resto, l’evoluzione narrativa appare decisamente fiacca e, tra un Gabriele Arcangelo (il personaggio di Pelù) il cui nome riporta immediatamente al Gabriele Arcangeli di Cornetti alla crema di Sergio Martino e la gag del tizio che piange con foto alla mano palesemente ripresa dal demenziale Palle in canna di Gene Quintano, le occasioni destinate a strappare risate sono molto rare.