È un anno dopo l’incidente nello spazio atto a precedere addirittura il titolo di apertura che si svolge Moonfall, ritorno alla fantascienza per Roland Emmerich, momentaneamente presosi una parentesi storico-bellica con Midway.
Comprendenti in un piccolo ruolo anche il veterano Donald Sutherland, le oltre due ore di visione rispolverano in un certo senso lo spirito di determinati fanta-movie risalenti agli anni Cinquanta nell’ipotizzare che una forza misteriosa stia mandando la Luna in rotta di collisione con la Terra, minacciando la vita sul pianeta. Chiaramente, al fine di impedire l’imminente impatto viene tirato in ballo il manipolo di immancabili eroici personaggi pronti ad organizzare quella che sembrerebbe un’impossibile missione tra le stelle. Ovvero l’ex astronauta della NASA Jo Fowler, dal volto – non poco ritoccato digitalmente – di Halle Berry e convinta di possedere la chiave utile al salvataggio del mondo, e le uniche due persone che le credono: il collega Brian Harper alias Patrick Wilson e il teorico complottista K. C. Houseman, interpretato dal John Bradley della serie televisiva Il trono di spade.
Ed è in particolar modo sulla costruzione di questi tre caratteri pronti a scoprire che quel satellite che conosciamo da millenni non è ciò che sembra che si concentra Moonfall, destinato proprio per questo motivo ad impiegare un po’ troppo tempo a decollare.
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