Cosa si è disposti a fare per salvare la vita di un figlio? Su questo interrogativo parte la sfida narrativa di Vostro onore, la serie tv in 4 serate di Rai 1 trasmessa da lunedì 28 febbraio in prima serata.
Stefano Accorso interpreta Vittorio Pagani, un giudice milanese, rigorosamente ligio ai principi di fedeltà ed etica di giustizia. Per le sue qualità è anche in corsa nella carica di Presidente del Tribunale di Milano.
Ma quando improvvisamente scopre che proprio suo figlio Matteo, interpretato da Matteo Oscar Giuggioli, pur non avendo la patente, investa alla guida dell’auto un giovane esponente di una famiglia criminale, i Silva, si trova costretto a fare una conflittuale scelta.
La fiction, diretta da Alessandro Casale, basata sulla serie originale israeliana “Your Honor”, verte proprio sulla scelta tra la fedeltà del giudice ai principi etici di giustizia sui quali ha modellato la sua vita personale e professionale e l’istinto più ancestrale di difesa degli affetti più cari, in pericolo di vita.
La recente scomparsa della moglie di Vittorio Pagani ha segnato dolorosamente la sua vita e complicato il già difficile rapporto con suo figlio. I Silva sono una vecchia conoscenza del giudice: è stato lui infatti, quando era PM, a smantellarne l’organizzazione, arrestandone il capoclan. Quindi sa bene che, se scoprissero chi è che ha causato l’incidente, i Silva non esiterebbero un solo istante a vendicarsi, uccidendo Matteo Pagani. Per questo lo stimato giudice si avvia a infrangere quella Legge della quale è stato da sempre integerrimo paladino. Preso dal panico, denuncia all’Ispettrice Vichi (Barbara Ronchi) il furto dell’auto incriminata e coinvolge l’amico ispettore della DIA Salvatore Berto (Leonardo Capuano), per farla risultare rubata. Salvatore, in debito d’onore con Vittorio, non si tira indietro e chiede a sua volta aiuto al giovane cugino della moglie, Nino Grava (Riccardo Vicardi) che, poco dopo, viene però fermato a bordo della vettura e arrestato. Vittorio fa in modo che ad assumersi la difesa di Nino venga scelta Ludovica (Camilla Semino Favro), una promettente ex-tirocinante, per la quale prova un sentimento sincero ma represso, a causa della sua delicata situazione professionale ed emotiva. In commissariato le indagini vedono spuntare anche il nome del boss mafioso Filippo Grava, imparentato con Nino e fratello di Maddalena, la moglie di Salvatore. Matteo, intanto, seguendo le indicazioni del padre, cerca di comportarsi normalmente, anche se è tormentato dall’ansia e dai frequenti attacchi d’asma. Con l’intento di non coinvolgere le persone a lui vicine, diventa scontroso e prende le distanze dalla nonna Anita (Betti Pedrazzi), che lo aveva accolto in casa dopo la morte della madre, dalla fidanzata Chiara (Pauline Fanton), e da Dario (Francesco Buttironi), il suo migliore amico. Stringe invece un rapporto sempre più stretto con Camilla (Isabella Mottinelli), appena arrivata a Milano e nella sua scuola, con la quale si sente a suo agio. Ma la ragazza è la figlia del nuovo dirigente del commissariato, Paolo Danti (Francesco Colella), che guida le indagini sull’incidente. Da qui la situazione per Vittorio e per il figlio si fa sempre più compromettente: le scelte del giudice provocano una reazione a catena che finisce per travolgere anche le altre persone coinvolte. In una vera e propria discesa negli inferi, Vittorio deve fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni, nel costante e disperato tentativo di proteggere la vita di Matteo.
«L’ho subito trovato un progetto molto coinvolgente – dichiara Stefano Accorsi – proprio perché porta il pubblico a chiedersi “cosa farebbe in una situazione del genere?”. E’ giusto quello che fa questo personaggio? Lo posso capire, giustificare? Io c’ho pensato: credo che l’istinto primordiale di un genitore sia quello di salvare la vita del proprio figlio. Questo contrasto è archetipico: un padre che ha costruito, in assenza, tutta la propria vita legata a un lavoro che ha a che fare con l’etica, la giustizia, la morale, con un ruolo pubblico investito da un certo onore, ora si ritrova a dover spazzare via tutto. A me sembra molto comprensibile. Credo che di fronte a certe cose non si riesca a riflettere più di tanto ma semplicemente si agisce».
Una delle cose più interessanti di questa serie è proprio il non voler per forza fornire una risposta a una delicata e complessa questione come quella rappresentata, ma piuttosto coinvolgere il pubblico nel susseguirsi dei colpi di scena in un contesto che comunque appare verosimile alla nostra realtà.