Nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 13 Gennaio 2022, Scream riporta sul grande schermo lo squarta-adolescenti nascosto dietro una maschera chiaramente ispirata al dipinto L’urlo di Edvard Munch.
Perché, andando in ordine, nel 1996 il compianto Wes Craven provvide a rispolverare e ribaltare le regole dello slasher movie – sottogenere dell’orrore costituito da pellicole a base di fantasiosi omicidi ai danni di gruppi di persone – tramite l’ottimo Scream; cui, tra il 1997 e il 2011, ha dato tre seguiti rispettivamente mirati a giocare con quelle dei sequel, delle trilogie e dei reboot.
Seguiti dall’ultimo dei quali fa ritorno Marley Shelton nei panni dell’agente Judy Hicks ora divenuta sceriffo; mentre gli storici protagonisti del franchise Sidney Prescott, Gale e Dewey Riley, ovvero Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette, sono costretti a rientrare in scena quando ricomincia la catena di delitti ai danni dei nuovi giovani di Woodsboro.
Giovani che, tra il Jack Quaid figlio del Dennis di Great balls of fire! – Vampate di fuoco e il Mason Gooding il cui papà è Cuba Gooding Jr., includono la Jenna Ortega di Oltre i confini del male – Insidious 2, il Dylan Minnette di Piccoli brividi, la Mikey Madison di C’era una volta… a Hollywood, Jasmin Savoy Brown e Melissa Barrera, dal curriculum prevalentemente televisivo.
Quindi, man mano che l’aggiornamento dei dettami prevede che non bisogna fidarsi dei fidanzati, che il movente dell’assassino è sempre legato a qualcosa del passato e che egli fa parte della cerchia di amici della sua prima vittima, la mattanza si consuma a suon di consuete pugnalate, regalando anche le più sanguinose dell’intero franchise.
Ma, come sempre, mentre lo spettatore si sforza di capire chi sia il responsabile delle diverse uccisioni, viene sfornato l’immancabile sottotesto metacinematografico relativo stavolta a quello che viene definito “requel”: un remake infarcito di elementi da sequel.
Categoria in cui, appunto, rientra pienamente questo Scream, che, sotto la regia dei Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett registi de La stirpe del male e Finché morte non ci separi, mira a recuperare gli aspetti principali del capostipite per aggiornarli attraverso l’introduzione di ingredienti appartenenti al XXI secolo quali le piattaforme per lo streaming e i sistemi di sicurezza casalinghi automatizzati. Il XXI secolo di cui, tra l’altro, prende in giro la mancanza di idee che caratterizza Hollywood e la tendenza a rendere sofisticato un genere solitamente divertente come l’horror (a tal proposito, viene citato Babadook).
E, per fortuna, con l’ironia opportunamente presente e la tensione gestita a dovere, il coinvolgimento non manca e l’assenza di Craven – cui il film è giustamente dedicato – non si lascia avvertire.
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