Nelle sale cinematografiche dal 30 Dicembre 2021, La Befana vien di notte II – Le origini è un titolo che non lascia certo spazio ad equivoci, in quanto è chiaramente il prequel di La Befana vien di notte, diretto nel 2018 da Michele Soavi e con protagonista Paola Cortellesi.
La Paola Cortellesi che, appunto, in tempi moderni vestì i panni dell’anziana dalle scarpe tutte rotte impegnata a consegnare regali ai bambini la notte del 6 Gennaio e a scontrarsi con un misterioso produttore di giocattoli.
Anziana che apprendevamo essere nata nel 1481 a Palestrina, in provincia di Roma, e che, dunque, ora ragazzina di strada truffaldina e dai connotati della brava esordiente Zoe Massenti, non si capisce per quale motivo troviamo nel XVIII secolo; dove intralcia inavvertitamente i piani di un terribile barone interpretato da Fabio De Luigi, assetato di potere e permeato da uno smisurato odio verso le streghe.
Un Fabio De Luigi cui fanno da genitori Guia Jelo e Alessandro Haber e che, sempre scortato da un fidato Herbert Ballerina alias Luigi Luciano, calato in questo nuovo contesto storico probabilmente mirato ad ignorare quanto anticipato dal capostipite (ma allora perché intitolare il film La Befana vien di notte II – Le origini) regala uno dei momenti più esilaranti dell’operazione nella sequenza che cita musicalmente The final countdown degli Europe. Come anche lo stesso Ballerina quando arriva a sfoggiare assurdi addominali.
Man mano che Corrado Guzzanti si ritaglia un piccolo spazio nel ruolo di Papa Benedetto XIV e che, megera dolce e potentissima, Monica Bellucci interviene per salvare la piccola Massenti da un rogo già acceso.
La piccola Massenti cui vengono messe in bocca battute in romanesco che vorrebbero suscitare risate, ma che risultano solo penose nel generale impianto fantasy di taglio internazionale reso grazie al lodevole lavoro svolto su scenografie, fotografia ed effetti visivi.
Non a caso, rispetto al lungometraggio precedente si alza non poco la posta in gioco, concretizzandosi questo secondo in una produzione in costume; ma, regista di Into Paradiso e Tito e gli alieni, la nuova arrivata al timone di regia Paola Randi non è certo una virtuosa del mezzo filmico quanto il sopra menzionato autore di Arrivederci amore, ciao e La chiesa. Tanto che, con inclusa nel mucchio una breve apparizione per Stefano Ambrogi e lo storico stunt Ottaviano Dell’Acqua dai risvolti quasi horror (e che rischia non poco di spaventare gli spettatori più piccoli), La Befana vien di notte II – Le origini riesce raramente nell’impresa di coinvolgere nonostante l’abbondanza di movimento che lo caratterizza.
Del resto, ridicolo e gratuito finale ballereccio compreso, non sembra altro che una favoletta proto-Fantaghirò già pronta per essere poi sfruttata nell’ambito del piccolo schermo.
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