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“L’uomo nel Buio – Man in the Dark”, torna Norman Nordstrom interpretato sempre dal bravo Stephen Lang

Seguito di una pellicola del 2016 Fede Alvarez, diretto dell’esordiente Rodo Sayagues, in questo sequel firmato anche da Fede Alvarez, la figura di Norman subisce una specie di redenzione.
Lo ritroviamo custode di una bambina vittima dell’esplosione del laboratorio di metanfetamine avvenuto 8 anni prima (la piccola è interpretata da una bravissima Madelyn Grace), che cresce come sua figlia.
La storia de L’uomo nel Buio- Man in the Dark presenta un impianto classico, in una Detroit a dir poco devastata da una situazione economica pessima, ci fa ritrovare il nostro “eroe” che addestra e cura amorevolmente la piccola pure nella cecità più totale. Ma la ragazzina cerca un poco libertà e le viene concesso un breve in giro in città, dove viene subito notato da Raylan (Brendan Sexton III) che rapidamente conduce una banda criminale nell’abitazione fuori città dove si trova Nordstrom e la bambina.
In breve scopriamo che la banda è interessata agli organi, in particolare il cuore, per salvare un’altra donna della banda che svolge l’importante ruolo di “cuoca” nel preparare le droghe.
Questa la storia a cui fa seguito una sequenza continua di brutalità, omicidi tanto sangue e splatter in un thriller dai toni a dir poco oscuri. Violentissimo e segnato in patria con la restrizione R, ovvero solo per maggiorenni, è una pellicola decisamente orientata agli appassionati del genere, dove la violenza emerge in modo durissimo e lascia bene poco all’immaginazione dello spettatore con aperte scene splatter e una violenza che viene giustificata solo dalla missione di Nordstrom, ormai convertito al suo ruolo di mite padre, che deve salvare la sua figlioccia acquisita. Figura determinante della storia un cane, e lasciamo agli spettatori scoprire il perché, ma senza dubbio una pellicola da un pesante impatto violento, a cui si sposa un’ottima fotografia di Pedro Luque che ci offre una città lugubre e disgustosa, unita all’ottimo esordio di Rodo Sayagues che dirige con mano ferma i tanti colpi che uccidono la spietata banda.
Redenzione e sangue a volontà per film che in definitiva non cerca messaggi ma trasmette l’inevitabile violenza che spesso viene scatenata quando troviamo degli innocenti da salvare a tutti i costi, in parte omaggio a tanti film anni ’80 pieni di splatter, la pellicola vuole mostrarci l’ennesima variazione del tema sulla famiglia americana, in questo caso acquisita, dove si è pronti a tutto per salvare il piccolo nucleo familiare. Un tema che ha fatto scrivere valanghe di libri sull’argomento che potrà trovare qualche riga nell’aggiornamento del lunghissimo elenco di film con questo titolo.

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