Rientrante tra i titoli finiti direttamente su Sky Cinema e in streaming a causa dell’emergenza da Coronavirus, approda in dvd sotto il marchio CG Entertainment (www.cgentertainment.it) Genitori vs influencer.
Una Giulia De Lellis calata quindi in un ruolo quasi autobiografico e rientrante proprio nella categoria detestata dall’uomo; il quale, supportato dalla figlia stessa, inizia una campagna contro i social network ottenendo una fama inaspettata e divenendo, paradossalmente, influencer a sua volta.
Perché, alla sua terza fatica registica dopo Nove lune e mezza e Brave ragazze, Michela Andreozzi intende raccontare su schermo uno scontro generazionale mirato a suggerire che i social, maneggiati con cura, possono rivelarsi utili. Partendo dalla domanda che spinge a chiedere se un genitore sia un individuo che sbaglia in qualsiasi cosa faccia e a pensare che, probabilmente, nella sua epoca aveva come influencer i filosofi.
Una Andreozzi che, supportata in fase di sceneggiatura da Fabio Bonifacci, si concede anche la piccola interpretazione della madre di Ruben Mulet Porena, bullo popolare della gioventù inscenata nella oltre ora e mezza di visione chiaramente infarcita di tanto linguaggio giovanile del terzo millennio.
Non mancano infatti “friendzonate”, atteggiamenti “easy” e cosiddetti “fluidi”; mentre la colonna sonora spazia da Sono solo canzonette di Edoardo Bennato all’inedito di Pacifico Gli anni davanti.
Ma bisogna dire che, tra un Nino Frassica pensionato, un Massimiliano Bruno preside, una Paola Minaccioni scrittrice costretta a fare altro nella vita, una caustica Paola Tiziana Cruciani su sedia a rotelle e il figlio grottescamente fascista Massimiliano Vado, a rappresentare il maggiore pregio di Genitori vs influencer sono le convincenti prove dei già citati Francesconi e Porena affiancati dall’altrettanto valida Emma Fasano, segretamente innamorata del secondo.
Al servizio di una commedia non priva neppure di un accenno al revenge porn e di un evidente sottotesto di taglio socio-politico testimoniato dalla figura di una cassiera impegnata ad esporre la propria precaria situazione lavorativa in attacco a questi nuovi criticabili miti lanciati dalla rete.
Con cinque minuti di backstage nella sezione extra del disco.