Diretto dall’Andy Serkis che, noto ai fan tolkieniani per aver incarnato il mitico Gollum nella trilogia Il Signore degli anelli realizzata da Peter Jackson, aveva già avuto modo di passare dietro la macchina da presa, tra l’altro, con Mowgli – Il figlio della giungla, Venom – La furia di Carnage è il sequel del Venom firmato nel 2018 dal Ruben Fleischer autore di Gangster squad.
Serial killer che, ritrovandosi ad ospitare al proprio interno il simbionte rosso suggerito dal titolo, non può fare a meno di rivelarsi il villain di Venom – La furia di Carnage, pronto ovviamente a doversela vedere con il giornalista Eddie Brock alias Tom Hardy.
Giornalista che nel primo film avevamo visto fondersi accidentalmente con un alieno simbionte, finendo per assumere poteri tanto pericolosi quanto incontrollabili e concretizzando su grande schermo la figura introdotta a metà anni Ottanta dallo scrittore David Micheline e dal disegnatore Todd McFarlane nelle avventure a fumetti di Peter Parker/Spider-man.
E, non a caso, non manca neppure un fugace omaggio fotografico al compianto genio della Marvel Comics Stan Lee in questa circa ora e mezza di visione che, tutt’altro che priva di retrogusto quasi horror come accaduto nel capostipite, tira nuovamente in ballo anche Michelle Williams nel ruolo di Anne Weying, ex fidanzata del protagonista.
Perché, man mano che viene osservato che i fatti sono nemici della verità, i problemi sentimentali di Eddie fanno da sfondo ad un insieme che, però, non sembra riuscire ad eguagliare l’apprezzabile resa del suo predecessore, spettacolo per ragazzi il cui plot non era comunque facilmente discostabile da determinate metamorfosi corporee raccontate nell’ambito della Settima arte da David Cronenberg.
Un vero peccato, in quanto, in mezzo a distruzioni di automobili ed elicotteri, immancabile ironia e l’altamente spettacolare scontro conclusivo in chiesa, Venom – La furia di Carnage non risparmia affatto in movimento, ma senza riuscire mai a coinvolgere realmente lo spettatore per quanto il plot appaia del tutto fagocitato dal fracassone tripudio di effetti digitali.
Non è detto, comunque, che gli irriducibili fan dei cinecomic e chi è in cerca di un costoso blockbuster scacciapensieri ne rimanga deluso.
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