PubMed, la più autorevole banca dati di articoli scientifici al mondo, riporta delle informazioni allarmanti riguardo i reali effetti dei nuovi vaccini anti-covid, non menzionati nei comuni moduli di consenso rilasciati ai pazienti prima della somministrazione del siero.
Solitamente le persone che si presentano per la vaccinazione si fidano di ciò che divulgano i comuni mezzi di informazione, come la TV e i giornali appartenenti al cosiddetto “mainstream”, dove una propaganda non stop sui vaccini promette una “sicurezza assoluta”, ridicolizzando e incriminando chi invece aleggia un minimo dubbio riguardo tale processo di immunizzazione.
Eppure non si tratta di segreti, tant’è vero che le informazioni specifiche sui possibili danni collaterali del vaccino anti-covid sono esplicitamente descritti in diverse riviste scientifiche accreditate, ma ovviamente estranee al cittadino medio.
Già il fatto che per l’inoculazione questo specifico vaccino, a differenza dei precedenti, ciascun paziente è tenuto a firmare un modulo per lo scarico di responsabilità fa riflettere molto. Inoltre sappiamo tutti che la rapidità di sperimentazione di un tale vaccino, a differenza dell’iter standard, lascia pensare implicitamente come la fase di test possa proseguire sui comuni cittadini, non più in modalità totalmente volontaria.
Ma vediamo cosa riporta l’articolo incluso in PubMed (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33113270/), firmato da Timothy Cardozo, Professore associato del Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare presso la Grossman School of Medicine della New York University e da Ronald Veazey, Professore del Dipartimento di Patologie e Laboratorio di Medicina presso l’Università di Tulane (New Orleans /USA) .
La letteratura pubblicata dalle rispettive case farmaceutiche è stata riesaminata per identificare le prove precliniche e cliniche sui vaccini COVID-19, inerenti il rischio di peggiorare la malattia in caso di esposizione al virus provocato o circolante. Tale riesamina è servita principalmente per determinare se i rischi fossero adeguatamente divulgati ai pazienti.
Dallo studio emerge che i vaccini COVID-19, progettati per sviluppare anticorpi neutralizzanti, potrebbero sensibilizzare i pazienti a malattie ben più gravi che se non fossero vaccinati. I vaccini per SARS, MERS e RSV non sono mai stati approvati e i dati generati nello sviluppo e nella sperimentazione di questi sieri suggeriscono una seria preoccupazione meccanicistica. I vaccini progettati empiricamente utilizzando l’approccio tradizionale, infatti, siano essi composti da proteine, vettore virale, DNA o RNA e indipendentemente dal metodo di somministrazione, possono peggiorare la malattia COVID-19 tramite il potenziamento anticorpo-dipendente (ADE). Questo rischio è sufficientemente oscurato nei protocolli degli studi clinici e soprattutto nei moduli di consenso per gli studi ancora in evoluzione sul vaccino COVID-19, per cui risulta improbabile che si verifichi un’adeguata comprensione da parte del singolo paziente in merito a questo pericolo. Il consenso di ogni cittadino, prima della vaccinazione, dovrebbe invece essere accompagnato veramente da una completa informazione.
Le adeguate informazioni scientifiche su argomenti così vitali, non possono in alcun modo essere sostituite da discutibili rassicurazioni divulgate dai media da persone non qualificate, come ad esempio i conduttori televisivi, i personaggi dello spettacolo o altri testimonial adeguatamente sollecitati.
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