Al di là delle speculazioni pseudoscientifiche, la zona dell’Oceano Atlantico settentrionale, in prossimità dell’America Centrale, denominata Triangolo delle Bermuda, da anni è oggetto di misteri non risolti. Se da una parte per molti studiosi il numero di incidenti in questa zona non è affatto superiore a quello di una qualsiasi altra regione ad alta densità di traffico aeronavale (per la Guardia Costiera degli Stati Uniti, l’incidentalità risulta nella norma), dall’altra ce ne sono una minoranza che invece ritiene la percentuale degli incidenti significativamente più alta della media, proponendo varie spiegazioni naturali. Ad esempio, secondo i ricercatori dell’Università di Southampton la causa delle ripetute sparizioni sarebbe imputabile ad onde anomale dell’altezza di 30 metri, che vengono create dalla convergenza di tre correnti.
Tuttavia questa famigerata zona è l’incubo di ogni capitano e pilota. Scomparse di aerei, barche e navi da crociera sono state attribuite proprio a questa zona misteriosa. Un’altra delle tesi per cui questo luogo sia così enigmatico riguarda i campi magnetici che formano il triangolo. Il fatto è che il fondo dell’oceano è costituito da rocce contenenti magnetite. È più simile al ferro. I campi magnetici reagiscono all’elevata concentrazione di magnetite sul fondo dell’oceano, innescando una sorta di conflitto tra i due. Spesso può portare ad anomalie meteorologiche e, di conseguenza, problemi di navigazione. Ma i campi magnetici tendono a spostarsi di posizione, così come le placche tettoniche e persino i continenti, anche se noi non ci facciamo caso.
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