Pronta a tornare sugli schermi di Rai 1, a partire dal 7 gennaio, con la sesta serie di Che Dio ci aiuti, Elena Sofia Ricci esprime il suo parere sulla spinosa questione del nuovo vaccino anti-covid, da poco disponibile anche in Italia.
«Qua si sta parlando di una specie che è a rischio, la specie umana, e non di guerriglie fra Paesi», sottolinea l’attrice rispondendo a una domanda in conferenza stampa. «Quindi se questo vaccino è a disposizione significa che può essere fatto e deve essere fatto da tutti! Non farci il vaccino in questo momento è una follia perché noi siamo privati di tutte quelle libertà proprie di una democrazia; altro che sotto regime. Questo Covid ci ha messo al muro. Noi non possiamo accettare questo, dobbiamo tornare ad essere liberi, e questo solo il vaccino ce lo può fare».
L’attrice toscana sottolinea anche l’importanza dell’informazione, rivolgendosi ai cittadini, non sempre con le idee chiare, ma anche ai governati, che invece dovrebbero insistere a promuovere una comunicazione più diretta e inequivocabile.
Ma al di là della tanta propaganda, a volte insistente, diffusa dai media e dai vari esponenti della politica o della cultura, più o meno schierati, esiste la possibilità di consultare le fonti istituzionali riguardanti il vaccino BioNTech/Pfizer, appena approvato. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) dichiara che non esistono ancora “dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in msiodo asintomatico e contagiare altre persone”. Per questa ragione, specifica sempre l’ente governativo, “i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19” (fonte: https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccino-covid-19-comirnaty). A quanto pare il ritorno alla libertà auspicato da Elena Sofia Ricci, non dipenderà da questo vaccino, almeno dai dati sperimentali attualmente in possesso. E per schiarire ancor di più ogni dubbio, L’AIFA ribadisce lapidariamente che il vaccino BioNTech/Pfizer non porterà la tanto sperata libertà: “Anche se l’efficacia del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 è molto alta (oltre il 90%) vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria, inoltre, ancora non sappiamo in maniera definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione. Ecco perché essere vaccinati non conferisce un “certificato di libertà” ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione”.