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A cena con “Il Grillo Narrante”. Massimiliano Gaudino presenta il suo libro a Poggioreale “Da Alfredo”

Sarà presentato lunedì 6 luglio alle ore 21:00, nella storica trattoria di Poggioreale “Da Alfredo”, Il Grillo Narrante, opera prima di Massimiliano Gaudino, psicologo e psicoterapeuta napoletano, che si è cimentato in questo debutto letterario in seguito alle molte richieste dei suoi pazienti di raccogliere tutte le sue storie. Presenti alla serata per leggere alcune pagine del libro la violinista Tsvetanka Asatryan e l’attore Emanuele Guarino.
Il libro, edito da Gruppo Albatros – Il Filo, è una raccolta di racconti, favole e poesie che conducono il lettore all’interno di un lungo e sentito percorso dentro il “proprio sé”.
Da sempre affascinato dalle parole, Gaudino utilizza la narrazione come strumento capace di emozionare per ritrovarsi con la cura che le sole parole possono avere.
Un testo per bambini, accompagnato anche da illustrazioni dal tratto delicato di diversi artisti partenopei e non solo, che però si rivolge anche ad un pubblico più maturo. Dentro alle storie narrate, infatti, ci sono gli adulti, quelli che Gaudino incontra ogni giorno nel suo studio da psicoterapeuta.
Attraverso abili espedienti narrativi e formali, l’autore offre ai suoi lettori uno strumento in cui riconoscersi, con cui condividere il peso della propria sofferenza per poi ritrovarsi. Dietro allo sfondo fiabesco, infatti, ci sono storie di vita quotidiana di chi, per mancanza di tempo o risorse, ha smesso di osservare e osservarsi.
Con un incedere narrativo serrato si condivide e si riflette sulla propria vita, le proprie relazioni, la propria crescita. Le tematiche trattate sono le più svariate e spaziano dal bullismo alla violenza (è il caso di: Narciso il ranocchio; La vedova in nero; Libero di volare; È tutta una giostra; Occhio per occhio), dall’importanza dell’introspezione (L’una di me) a quella della conoscenza del proprio corpo (Lucciole).
Un esordio letterario molto denso, capace di passare con disinvoltura dalla fiaba alla poesia.
«Ho sempre percepito il dolore come una costante della nostra vita, che ci accompagna dalla nascita alla morte», precisa l’autore, che aggiunge: «Per tutta la durata della nostra esistenza cerchiamo di dargli un significato, di alleggerirne il peso. Ma la verità è che tutto diventa più sopportabile se c’è qualcuno che si prende cura di noi e, spesso, quel qualcuno possiamo essere noi stessi».

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