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Emergenza Covid: le domande dei medici che imbarazzano il Governo

Tra “bollettini di morte”, simbolo di un terrorismo mediatico fuori da ogni previsione, restrizioni alla libertà personale, opinioni disparate e contraddittorie tra i virologi da salotto tv, i cittadini italiani riescono comunque ad alimentare dei dubbi in merito alla narrazione del covid-19 che ha caratterizzato gli ultimi mesi.
La misteriosa “scomparsa” delle morti dovute alle comuni patologie, come il cancro, l’infarto, il diabete, emorragie cerebrali e incidenti vari, ha lasciato lo spazio agli unici decessi di questi mesi, quelli da covid? Eppure lo stesso Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, in alcune conferenze stampa non poteva fare a meno di specificare un dettaglio fondamentale, anche e “scomodo”: i “bollettini di guerra” comprendevano tutti i decessi, e non solo quelli da covid:

Risultano inquietanti i sospetti sulla gestione di questa pandemia, almeno per quel che concerne lo Stato italiano, ad iniziare dal ritardo con cui iniziarono i provvedimenti concreti a livello nazionale, ovvero quaranta giorni dopo la dichiarazione dello Stato di Emergenza sottoscritto da Giuseppe Conte. Ricordiamoci di quanto, lo stesso premier, dichiarò il 25 febbraio, quando già i focolai di contagi iniziavano a preoccupare:

Il tasso di letalità, le autopsie negate (o meglio caldamente “sconsigliate”), l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale, rientrano infatti tra punti oscuri che le istituzioni dovrebbero al più presto chiarire.
Un gruppo di medici (dott. prof. Pasquale Mario Bacco, dott.ssa Antonietta Gatti, dott. Mariano Amici, prof.ssa Carmela Rescigno, dott. Fabio Milani, dott.ssa Maria Grazia Dondini), alla fine di maggio ha inviato una lettera ufficiale al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e, in conoscenza, ai Governatori delle Regioni, in cui vengono evidenziati aspetti problematici nella gestione dell’emergenza Covid-19, in particolare sotto il profilo medico-scientifico ed epidemiologico. Le fonti indicate nella lettera riportano evidenze tratte da documenti ufficiali, da studi specialistici e da notizie diffuse dalla stampa.
Questa iniziativa, che non vede coinvolta alcuna organizzazione né associazione, impone alle Istituzioni interpellate di fornire risposte ufficiali e chiarire molti punti controversi. «Crediamo in primo luogo che sia necessario chiarire in modo univoco, chiaro e scientificamente credibile che il Covid-19 ha dimostrato di essere una forma influenzale non più grave degli altri Coronavirus stagionali – precisano i firmatari della lettera – nonostante l’OMS abbia dichiarato l’emergenza pandemica l’11 Marzo 1, le cifre ufficiali dei deceduti, dei contagiati e dei guariti contraddicono la definizione stessa di “pandemia”. Occorre dare informazioni corrette e fornire criteri di comprensione dei dati reali, evitando che i media diffondano notizie allarmanti, a nostro parere assolutamente ingiustificate. La banalizzazione statistica dei decessi è la sintesi di una comunicazione istituzionale che ha impedito, per tutta l’emergenza ed ancora oggi, di avere una chiara sintesi della situazione, portando ad un circolo vizioso in termini di provvedimenti sanitari e di impatto sociale».
Tra i punti più controversi su cui si chiedono chiarimenti, spicca sicuramente quello delle autopsie inizialmente negate, o meglio “sconsigliate”, con la famigerata circolare del Ministero della Salute, in cui venivano indicate le modalità riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione. Per la precisione, i medici chiedono al Governo «per quale motivo si siano impediti gli esami autoptici, che si sono invece rivelati, quando effettuati, una fonte insostituibile di preziosissime informazioni e che hanno consentito di scoprire che la causa principale dei decessi non era la virulenza della patologia, ma una sua errata cura».
Ma ecco in dettaglio i punti della lettera, in sui si richiede:

Inoltre, il team di medici chiede per quale motivo si sia attuata una politica del terrore ed una grave mistificazione della realtà, descrivendo il Covid come un mostro anziché una seria epidemia da affrontare con i mezzi normali della medicina e che a maggior ragione non rappresenta un pericolo nella cosiddetta “fase 2”. Facciamo presente che questa strategia, secondo studi recenti, può aver comportato un aumento del numero dei suicidi e di psicopatologie. Di questi effetti collaterali 11 dovrà rispondere chi, immotivatamente, ha creato un allarme infondato sotto il profilo clinico ed epidemiologico.
Nella lettera, inoltre, si chiede di rendere conto ai cittadini, con argomentazioni scientifiche credibili, delle ragioni che hanno condotto all’imposizione di distanziamenti sociali e forme di isolamento in quarantena per soggetti positivi ancorché non malati. «Chiediamo parimenti il motivo per cui alla popolazione non siano state date tempestive – precisano i medici – adeguate e complete informazioni sul valore preventivo delle misure di igiene e profilassi all’interno delle abitazioni e RSA, dell’igiene orale ivi compresi i risciacqui con liquidi ad azione antivirale, delle diete più indicate per la prevenzione delle malattie infettive e loro complicazioni, delle attività di esercizio fisico più salutari, dei pericoli del fumo e dell’inquinamento nel determinare la gravità della malattia. Vogliamo inoltre conoscere quale sia la base scientifica che ha condotto a decidere di imporre l’uso di mascherine che, se fossero realmente efficaci, non avrebbero comunque un’utilità pratica e richiederebbero comunque di esser sostituite frequentemente; e che – laddove non efficaci, come nel caso dei più comuni modelli distribuiti o addirittura delle mascherine fai-da-te – sembrano costituire più che altro una “drammatizzazione” del clima di terrore deliberatamente imposto, senza alcuna motivazione reale.
Facciamo presenti le implicazioni sulla salute dei cittadini, costretti ad indossare per ore la mascherina, con i rischi ben noti che questo comporta, tra cui ipercapnia e sovrainfezioni da microrganismi 13. Segnaliamo altresì che in questi giorni vanno aumentando i casi di ricovero di soggetti debilitati dall’uso prolungato delle mascherine, anche in concomitanza con le temperature esterne. La stampa ha riportato anche casi di morti che potrebbero essere legate all’uso della mascherina durante attività lavorative, motorie o sportive.
Chiediamo il motivo per cui, sulla base di decisioni assunte da “esperti”, si è deciso di blindare il Paese, generando una gravissima crisi sociale ed economica che molto probabilmente si sarebbe potuta evitare o quantomeno limitare. Anche la decisione di non differenziare le misure di contenimento su base geografico-epidemiologica non appare fondata su valide e condivisibili ragioni tecnico-scientifiche.
A tutt’oggi persistono, nonostante un quadro sanitario nettamente positivo, un numero impressionante di obblighi e divieti che non trovano alcuna legittimazione scientifica e tantomeno giuridica.
Persiste invece una regolamentazione confusa, contraddittoria e priva di giustificazione per chi ha un quotidiano e diretto riscontro con la situazione dei pazienti».

In definitiva, la richiesta al Governo è quella di assumere decisioni politiche che siano fondate su dati reali e soprattutto che siano correttamente esaminati e contestualizzati, senza trincerarsi dietro facili e prudenziali provvedimenti dettati da tecnici che molto probabilmente non abbiano una visione complessiva del Paese, e che invece dovrebbero avere coloro che li hanno nominati.
In virtù di questi chiarimenti e alle controversie presentate da diverse procure, si teme che presto l’Italia possa essere travolta da una nuova “Tangentopoli”, come nel 1992, stavolta anche con l’aiuto della parte “sana” dei servizi segreti americani che stanno portando alla luce scottanti verità.

Foto: Palazzo Chigi (licenza CC BY-NC-ND 2.5 IT)

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