Home Magazine Lifestyle “Interviste in quarantena”, continua il successo social di Fabrizio Pacifici

“Interviste in quarantena”, continua il successo social di Fabrizio Pacifici

L’organizzazione degli eventi è una tra le attività professionali più diffuse in Italia, che spesso generano introiti non indifferenti. Tuttavia per questo settore non esiste ancora un preciso inquadramento legislativo, e come spesso accade è facile incontrare veri e propri improvvisati. Ma ai tempi della quarantena a causa del Covid-19, anche i professionisti del settore si sono dovuti adeguare alle circostanze.
Fabrizio Pacifici, uno dei maggiori esperti che da vent’anni organizza e produce eventi di grande successo come Il Settecolli Romanisti o Il Microfono d’Oro, ha ora ideato Interviste in quarantena, visibile ogni sera alle 22.30, sul suo canale Instagram.
«Ho pensato che in questa fase socialmente difficile, magari 50/60 minuti di spensieratezza a fine giornata potevano essere un toccasana per ognuno di noi, e così è stato, dato il crescente apprezzamento di critica e pubblico», spiega Fabrizio Pacifici. «Ogni sera intervisto personaggi del mondo della comunicazione e dello spettacolo, cercando sempre di alternare i vari argomenti. Ho avuto come ospiti, tra gli altri, le giornaliste Rai Silvia e Laura Squizzato; YouTuber ed influencer come Leonardo Bocci,

Fabrizio Pacifici con Enzo Salvi

Stefano Pollari, Giulia Di Quilio, Andrea Jiga, Silvia Tirado; i mitici Enzo Salvi e Gegia che ci hanno raccontato divertenti aneddoti sulla loro carriera, ma anche apprezzate attrici come Maresa Merlino, Elena Russo, Claudia Conte, Cosetta Turco, Alessandra Carrilo e Antonella Salvucci. Mentre un appuntamento a settimana è dedicato all’arte ed alla cultura, ad esempio sono stati molto seguiti gli appuntamenti con il creatore orafo Giovanni Pallotta e la pittrice Morgana Lengfield. Ma anche tanti partecipanti ai reality più popolari, come il sensitivo Craig Warwich, Daniela Martani, Gabriella Sassone e Gianluca Mech. Spazio anche al mondo radiofonico con gli interventi di Alberto Mandolesi, Nicola Caprera, Claudio Guerrini e Roberta Pedrelli, ed al divertimento con Alessandro Serra e i Gemelli di Guidonia. E poi ci sono degli appuntamenti musicali live, per ora si sono esibilti Ryan Paris, Luca Guadagnini, Eugenio Picchiani, Francesca Fagiani e Alberto Laurenti. Ovviamente si è parlato anche di eventi con un seguitissimo intervento di Alex Bucci e di attualità con il segretario generale Nazionale del Mosap Fabio Conestà Tra i protagonisti delle prossime puntate: Ester Vinci, Benedetta Valanzano, Arturo Mariani, Sandro Bersani, Georgia Viero, la sexy-star Lisa Torrisi ed il campione del mondo di pugilato Emiliano Marsili».

E’ davvero così difficile organizzare un evento?
«Se vuoi che l’evento abbia successo e che non sia soltanto un mezzo per soddisfare il tuo ego, non è certo facile organizzare eventi».

Spesso si sente parlare di eventi anche quando poi questi sono piccole esibizioni destinate a poche persone.
«E’ la moda del momento. Spesso conosco persone che dicono che “Fanno eventi”. L’altra sera alla trasmissione di Bonolis due concorrenti erano organizzatori di eventi, solo che in realtà la prima lavorava in banca e l’altro si divertiva».

Cosa rende importante un evento e certifica il suo successo?
«Il lavoro dell’organizzatore e del suo team. La gente vede solo la parte finale, ma non si rende conto di quello che c’è dietro. L’evento è la cosa più semplice, ma la sua organizzazione è il vero lavoro e per una serata magari ci vogliono settimane».

Che caratteristiche deve avere un buon organizzatore di eventi?
«Umiltà. Una grande esperienza, saper parlare in pubblico e ottime relazioni. Ma soprattutto la capacità di saper risolvere problemi ed imprevisti in tempi rapidissimi».

Molti credono che per essere bravi bisogna avere una bella presenza, ridere sempre, avere tanti amici e il desiderio di essere sempre al centro dell’attenzione, ma è davvero così?
«Alcune caratteristiche del carattere sono fondamentali, ma non bastano. Come dicevo prima bisogna imparare la professione. Oggi vedo più persone disposte ad insegnare che ad apprendere».

Un organizzatore deve possedere particolari specializzazioni? Ad esempio chi organizza eventi sportivi può organizzare anche eventi politici o di beneficenza?
«La professione consiste nell’organizzare eventi quindi un bravo organizzatore non ha difficoltà nella diversificazione. Riuscire ad avere successo in una organizzazione è legato soprattutto alla capacità di pianificare e aver bene in mente l’obiettivo per cui si organizza l’evento, quindi le finalità».

Abbiamo parlato con molti giovani laureandi che vorrebbero diventare bravi organizzatori ma poi rimangono delusi perché vorrebbero essere assunti come tali da qualche ente o azienda privata. Non abbiamo capito se questo è un lavoro da libero professionista, imprenditore o impiegato?
«Questo è il problema italiano che fa parte proprio del DNA dei “cerca lavoro”. I ragazzi ancora non hanno capito che il lavoro oggi si “crea”. Tutti cercano la sicurezza del posto fisso e il paradosso che vorrebbero fare i liberi professionisti con la certezza della busta paga».

Abbiamo notato che le notti della movida romana siano molto diverse da quelle degli anni 80/90 e di conseguenza gli eventi della Capitale. Cosa è cambiato?
«E’ cambiato tutto, e per forza di cose cambierà tanto anche dopo questo periodo di lockdown. Posso portare l’esperienza degli anni ‘90 perché mi appartiene. Roma era un’altra città, ma lo erano i locali, le feste… gli eventi che si organizzavano. Oggi mi pare ci sia una depressione generale che arriva anche lì dove invece ci si dovrebbe solo divertire, ridere e svagarsi. Si parla solo di problemi e di quello che non va. E poi ci sono molti improvvisati».

Lei lavora molto con i social, ha molti profili Facebook… è opinionista in televisione, cura uffici stampa, frequenta feste, è amico di personaggi vip e presenta anche molti eventi mondani… diciamo che probabilmente molti giovani vorrebbero essere al suo posto, ma c’è qualcosa che le manca in cui si sente deficitario?
«Cerco sempre di imparare e migliorarmi. Il fatto che faccio tutte queste cose non vuol dire che sia perfetto. E’ solo il mio lavoro».