Home Magazine News Coronavirus, Stato di Emergenza: già deliberato l’1 Febbraio, ma Conte rassicurava tutti

Coronavirus, Stato di Emergenza: già deliberato l’1 Febbraio, ma Conte rassicurava tutti

Il video in cui, il 25 febbraio 2020, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rassicura i concittadini affermando che «L’Italia è un paese sicuro, forse più di molti altri. Si può viaggiare e fare turismo» (https://www.youtube.com/watch?v=OoHvwZVCAGs), ha fatto il giro dei Social, con molta polemica e indignazione da parte degli utenti. Ma ciò che pochi sanno, solo alcune testate minori lo avevano riportato, riguarda il reale stato di emergenza già deliberato molti giorni prima di quella sfortunata dichiarazione rassicurante del Premier. Infatti l’1 febbraio 2020 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la dichiarazione dello stato di emergenza, per l’esattezza della durata di 6 mesi, in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (fonte: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/02/01/20A00737/sg)
Se per tutto il mese febbraio le istituzioni italiane, così come i media più influenti, continuavano a diffondere la ben nota filosofia comunicativa rassicurante, invitando a non avere pregiudizi o paura ad uscire di casa, frequentare ristoranti e luoghi di incontro, allora perché questa delibera dello stato di emergenza? Molti nostri rappresentanti politici, nonostante i dati allarmanti relativi alle morti in Cina per Coronavirus, addirittura sottolineavano il fatto che questa epidemia non era altro che una “comune influenza”, organizzando aperitivi anti-panico, come quello di Milano, città dove già il famigerato virus si stava insinuando.
Forse il Governo ci deve qualche spiegazione? Oppure è stata mal interpretata la comunicazione di quel periodo?
Sta di fatto che oggi l’Italia è il Paese al mondo con più vittime da Coronavirus, superando persino il bollettino di morte della nazione da cui il virus stesso è scaturito: la Cina.

Foto: Presidenza del Consiglio dei Ministri (licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT)