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Al via il RIFF – Rome Independent Film Festival, XVIII edizione

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Torna dal 15 al 22 novembre l’appuntamento col  RIFF – Rome Independent Film Festival diretto, la rassegna diretta da Fabrizio Ferrari, giunta alla XVIII edizione. Anche quest’anno, al Nuovo Cinema Aquila nel quartiere romano del Pigneto, il pubblico potrà scegliere tra un ricchissimo programma fitto di eventi, incontri e proiezioni. Tanti i titoli al Festival: in totale quasi 90 film, 15 anteprime mondiali, 10 anteprime europee e oltre 60 anteprime italiane tra lungometraggi e documentari.
Film d’apertura di quest’anno, come evento speciale fuori concorso, venerdì 15 alle 20.20 sarà Nancy opera prima di Christina Choe. Un racconto intimo e perturbante, un thriller classico nella costruzione montato come un dramma familiare che ha come protagonista Andrea Riseborough e vede nel cast Ann Dowd, John leguizamo e Steve Buscemi. Al Sundance Film Festival ha vinto il premio Independent Spirit Award per la miglior sceneggiatura esordiente. Un film indie made in USA in uscita nelle sale italiane il 12 dicembre con Mariposa Cinematografica e 30 Holding.
Il Concorso Internazionale Lungometraggi, aperto a opere prime e seconde, è composto da 9 titoli, di cui 8 in anteprima italiana. Tema che accomuna tutte le opere è dar luce ad un mondo di immagini difficili da far emergere. Si parte da 37 Seconds della regista giapponese Hikari vincitore della sezione Panorama alla Berlinale 2019, che affronta il tema della disabilità di una giovane autrice di manga che vive su una carrozzina. Il secondo titolo El despertar de la hormigas della regista costaricana Antonella Sudasassi appena presentato alla Festa del Cinema di Roma e prima in concorso alla Berlinale 2019, che racconta la storia, girata tra Costa Rica e Spagna, dell’emancipazione incerta ma irreversibile di una giovane madre che vive in una società altamente patriarcale. Si passa poi a Lapu dei registi colombiani César Alejandro Jaimes e Juan Pablo Polanco presentato al Sundance Film Festival che affronta la tematica della morte in modo inedito. By a Sharp Knife dello slovacco Teodor Kuhn racconta la storia di un padre che ha perso il figlio. Negative Numbers del georgiano Uta Beria, anche lui presente al festival, esplora la società post sovietica partendo da un centro di detenzione giovanile. Direttamente dal Rotterdam International Film Festival, in concorso anche il film dei fratelli statunitensi Matthews Lost Holiday e come ogni anno in concorso sarà presente anche un’opera che affronta la tematica LGBTQ, in questo caso Tremors del guatemalteco Jayro Bustamante.
Non meno importanti i film italiani come Affittasi Vita di Stefano Usardi con Massimiliano Varrese e Tensione Superficiale di Giovanni Aloi con Cristiana Dell’Anna.
Fuori Concorso sarà presentato il film Di Tutti i Colori di Max Nardari con un ricco cast composto da Nino Frassica, Alessandro Borghi, Giancarlo Giannini, Tosca d’Aquino e Paolo Conticini.
Sono 9 anche i Documentari Italiani in concorso, molti dei quali in anteprima mondiale, per guardare alla realtà attraverso la lente dei più promettenti cineasti del panorama indipendente. Tra i temi portati sul grande schermo quest’anno piccoli e grandi eroi alle prese con sfide quotidiane e “extra-ordinarie”. Anbessa della talentuosa regista italoamericana Mo Scarpelli, che ha debuttato alla Berlinale 2019, vede il suo giovane protagonista lottare contro il “mostro” del progresso, incarnato da un gigantesco condominio di Addis Abeba.
Libero e indipendente è anche il protagonista di Màt Sicuri l’ultimo Diogene, opera prima di Francesco Dradi, Fabrizio Marcheselli e Antonio Cavaciuti, trio di scrittori e giornalisti emiliani, dedicata all’unico clochard di cui esista un monumento in una piazza. Nel cast Alvaro Evangelisti e Alessandro Haber.
Spiritualità e arte sono il fulcro di Sidival fila, opera di Frate Francesco Di Pede, realizzata in collaborazione con la Scuola di cinema Sentieri Selvaggi e presentata al Festival di Venezia, sulla vita del grande artista contemporaneo Fra Sidival.
Ci saranno poi tre omaggi a tre grandi nomi del cinema d’autore. Ciao Anita di Jacques Lipkau Goyard e Marco Kuveiller, autobiografico, è un omaggio affettuoso all’indimenticabile diva e amica Anita Ekberg. Negli ultimi mesi della sua vita, l’attrice si racconta con sottile sarcasmo, mostrando l’altro volto della diva che ha fatto sognare intere generazioni.

“Ciao Anita”, il doc. su Anita Ekberg

Luigi Di Gianni: Soul of the South, della giornalista e documentarista italoamericana Jeannine Guilyard, celebra l’opera del compianto maestro, Luigi Di Gianni, premiato a Venezia per Magia Lucana, nell’anno della sua scomparsa.
Pastrone! di Lorenzo De Nicola, biografo accreditato e già aiuto alla regia di cineasti di fama internazionale, rende omaggio ad una delle figure più emblematiche della storia del cinema, Giovanni Pastrone, regista del Cabiria kolossal del 1914 e autore di molti altri celebri film.
Epica è anche l’impresa raccontata in Moby Dick o il Teatro dei Venti da Raffaele Manco. Nel 2015 il Teatro dei Venti di Modena decide di portare in scena Moby Dick di Herman Melville. Ne uscirà fuori una macchina teatrale di otto tonnellate che si sposta all’interno di una piazza con cento persone tra attori e figuranti.
Infine, due storie intime ed emozionanti. Samira’s Dream di Nino Tropiano è un racconto di formazione, elegante e introspettivo che sarà presentato in anteprima italiana prima di partecipare al Marché du Film di Cannes 2020.
Un uomo deve essere forte, opera LGBTQ di Ilaria Ciavattini e Elsi Perino, che sullo sfondo della provincia del Nord Italia, porta sul grande schermo un toccante percorso di transizione. Il 20 novembre, giorno della presentazione, sarà la ricorrenza del TDoR – Transgender Day of Remembrance – la giornata mondiale di  commemorazione delle vittime dell’odio e del pregiudizio transfobico. Per l’occasione Vladimir Luxuria accompagnerà il documentario  al Nuovo Cinema Aquila.
Saranno 9 anche i Documentari Internazionali in concorso in anteprima per il pubblico del RIFF. Con un team da Oscar, Barbara Bentree, regista e musicista già conosciuta negli Usa, presenta Dave Grusin Not Enough Time un ritratto mozzafiato di uno dei più straordinari protagonisti della musica e del cinema, Dave Grusin, compositore di colonne sonore di film del calibro de Il laureato con Paul Simon e Tootsie, Premio Oscar per “Milagro” di Robert Redford, 8 Nomination agli Oscar, 80 Nomination ai Grammy e molti altri riconoscimenti.
Non da meno è il protagonista di Peter Lindbergh: Women’s Stories, documentario acclamato alla Berlinale 2019 e firmato dal francese Jean Michel Vecchiet su colui che è stato definito come uno dei maggiori fotografi di moda di tutti i tempi, scomparso da poco all’età di 74 anni, pioniere indiscusso di un nuovo modo di fotografare la moda senza ritocchi ed eccessivi artifici. Tra i testimoni Naomi Campbell e tanti altri grandi nomi che Lindbergh ha reso immortali nei suoi scatti.
Anche l’attualità e le tematiche sociali irrompono al RIFF con il brasiliano Your Turn di Eliza Capai (Berlinale 2019, sezione Generation) sulle grandi proteste in Brasile, Antarctic Traces dell’austriaca Michaela Grill, che regala immagini spettacolari portando all’attenzione la questione ambientale legata all’impatto devastante dell’uomo in Antartide, The World According to Amazon diretto da Adrien Pinon e Thomas Lafarge, sulla carriera di Jeff Bezos il fondatore, presidente e amministratore delegato dell’omonimo colosso dell’e-commerce.
Ancora tre opere dedicate al tema LGBTQ: Madame dello svizzero Stéphane Riethauser, vincitore del Premio della Giuria al Festival del Documentario di Madrid, in competizione a Locarno e presentato in anteprima mondiale a Visions Du Reel 2019; l’argentino Miserere di Francisco Ríos Flores, proiettato tra gli altri alla Berlinale (sezione Talents) e il poetico Mr. Dimitris e Mrs. Dimitrula del greco Tzeli Hadjidimitriou.
In Bakosó: AfroBeats of Cuba la musica afro-caraibica è al centro del doc. di Eli Jacobs-Fantauzzi uno straordinario viaggio alla scoperta di un sound irresistibile.
Tra i Cortometraggi in concorso: Daughter di Daria Kashcheeva, dal Toronto International Film Festival e vincitore dell’U.S. Academy of Motion Picture Arts and Sciences – Student Oscar, il corto della regista dal titolo To Accept che ha vinto il Nespresso Talents al Festival di Cannes, Toomas Beneath the Valley of the Wild Wolves di Chintis Lundgren dal Toronto International Film Festival, Butterflies in Berlin di Monica Manganelli: il primo lavoro della regista, La ballata dei senzatetto, dopo aver vinto il Best Animation al Los Angeles Short Film Festival si è qualificato per gli Oscar 2016, ha vinto il Nastro d’argento per l’animazione nel 2016 e lo stesso anno era nella cinquina dei film d’animazione candidati ai David di Donatello.
10 i cortometraggi arrivati da dieci diversi Paesi e scuole di cinema. C’è il nostrano Racconto Notturno, storia di una bizzarra relazione con Riccardo De Filippis e Martina Querini, diretti da Gianluca Granocchia. C’è la Russia di Autumn 35, cortometraggio visionario dalle sfumature thriller della studentessa Daria Elkonina; la Svezia di Melanie, piccolo gioiello e dirompente coming of age della giovane regista Lisa Meyer. Si vola poi in Polonia con l’intenso rapporto fra una madre e una figlia messo in scena da Michal Hudzikowski in I’ve got something for you too e in Belgio dalla regista Setareh Samavi che racconta (e si racconta) di due donne che ritrovano loro stesse affrontando il passato in For Tides. E ancora, c’è l’Israele di Noa del giovane Dekel Nitzan alunno della Berlinale Talents, fino ad arrivare alla Germania e allo sci-fiction Jupiter di Benjamin Pfhol, che ritorna al RIFF con il suo nuovo corto dopo aver partecipato con Ghost nel 2018.
Tre le Masterclass organizzate dal RIFF 2019 che si preannunciano di affrontare la contemporaneità cinematografica da un punto di vista tecnico quanto critico. Il 15 novembre alle 19.10 ad aprire le danze sarà l’incontro con il pubblico tenuto da Nadia Zavarova giornalista e critica cinematografica, che discuterà l’effetto delle immagini cinematografiche sulla vita delle persone nel corso degli anni. Dal titolo esplicativo “A Film Star is My Best Friend”, il panel esaminerà in un breve excursus la maniera in cui i dettagli apparentemente invisibili dei film possano andare ad influenzare contesti sociali più complessi. Di natura più pratica gli interventi dei due italiani, Il 17 novembre alle 18.00 Stefano Ratchev affronterà il lavoro della composizione musicale, mentre il 18 novembre alle 18.00 l’incontro “Mostrare l’invisibile” con Andrea Maguolo verterà sulla dimensione contemporanea del video editing professionale, con un occhio alle recenti evoluzioni tecnologiche portate dal mercato digitale.
Tra i giurati di questa edizione: la giornalista e critica cinematografica ucraina Nadia Zavarova, il consulente tedesco per numerosi festival internazionali Bernd Brehmer, la giornalista e scrittrice rumena Tatiana Covor e il musicista e giornalista americano-argentino Diego Petrecolla, insieme agli italiani: il compositore Stefano Ratchev, lo sceneggiatore e regista Salvatore Basile, l’attore e regista Vincenzo Alfieri.
Tra gli Eventi Speciali segnaliamo Il nuovo cinema ucraino: la realtà che ispira con 6 film di giovani registi ucraini che rappresentano diversità nei temi, nei mezzi espressivi, nella sperimentazione, nei generi e nelle storie raccontate sul grande schermo. Tra i titoli Pryputni di Arkadiy Nepytaliuk (2017) una commedia drammatica dove il soggetto criminale balla con la quotidianità di un piccolo paese ucraino. Ironia, assurdità, caratteri espressivi e bellissimi paesaggi, vincitore del Premio per la regia a Odessa Internazionale Film Festival e il premio nazionale ucraino “Zolota Dzyga” alla miglior attrice (Nina Naboka). My father is my mother’s brother di Vadim Ilkov (2018) il doc che è una toccante storia di famiglia e di ispirazione creativa nella vita e nell’arte. Tra i cortometraggi: Desaturated di Marina Stepanska (2019) una delle promettenti giovani registe ucraini. Mia donna di Pavel Ostrikov (2018) la nuova commedia di uno dei più conosciuti giovani talenti (il suo precedente Vypusk 97 ha vinto un premio a Locarno). Sensiz di Nariman Aliev (2016) in cui si inizia a formare lo stile individuale del giovane regista ucraino, che concorre agli Oscar 2020 con HomewardWeightlifter di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk (2018) il doc. che racconta quale può essere il prezzo della vittoria nel sport professionale, premiato al Kiev IFF Molodist e Grand-prix di Varsavia IFF.
Non mancherà il Focus LGBT – Love & Pride Day – Il valore della diversità per sensibilizzare il pubblico a queste tematiche. Saranno presentati il 19 novembre in una maratona dedicata in anteprima italiana: Tremors di Jayro Bustamante (Guatemala/Francia/Lussemburgo) presentato dalla presidente del Gay Center Angela Infante, Madame di Stéphane Riethauser (Svizzera), Miserere di Francisco Rios Flores (Argentina), Mr. Dimitris and Mrs. Dimitroula di Tzeli Hadjidmitriou (Grecia) alla presenza della regista insieme a Sebastiano F. Secci del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Un uomo deve essere forte di Elsi Perino & Ilaria Ciavattini (Italia).
Torna anche il Focus Spagna – L’animazione Valenciana in cui il Cortoons Gandia Festival e l’IVAC, Istituto Valenciano di Cultura, presentano una proiezione speciale dedicata ai cortometraggi di animazione realizzati nella Comunitá Valenciana. Ad accompagnare la proiezione: Alessandro d’Urso Direttore Artistico di Cortoons Gandia.
Inoltre da venerdì 15 nel foyer del Nuovo Cinema Aquila sarà esposta l’installazione di Adele Ceraudo dal titolo “Io non sono pazza” un ‘frammento’ di una esperienza, sotto forma di installazione artistica, con la proiezione del corto Io non sono pazza di Duccio Forzano, l’esposizione di alcune opere della Ceraudo, derivanti proprio dalla mostra personale tenutasi nell’Ex Manicomio di Udine e alcuni scatti di back stage del fotografo Alfonso Firmani.
MINI è partner della kermesse con le sue iconiche vetture, auto ufficiali del festival, e con il corto Una tradizione di Famiglia di Giuseppe Cardaci prodotto da MINI FILMLAB, un progetto dedicato ai giovani filmmaker realizzato da MINI ITALIA insieme a OffiCine.
Il RIFF – Rome Independent Film Festival è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio e con il Patrocinio del Comune di Roma Assessorato alla crescita culturale.