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«Questo riconoscimento è il segnale della maturità di un pubblico consapevole, che si mette in discussione e non opta per la spensieratezza proposta da film di intrattenimento o per temi lontani, ma per tematiche che ci riguardano da vicino, come la violenza sulle donne», ha commentato Alessandro Piva subito dopo essersi aggiudicato il “Premio del Pubblico BNL”, alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma con il film documentario Santa subito.
Il documentario è incentrato su una storia ambientata a Bari, alla fine degli fine anni ‘80. Santa ha poco meno di vent’anni e come ogni ragazza custodisce sogni e apprensioni, che affida al suo diario. Nel suo cuore ardono fede cristiana e fame di vita: è ferma nel voler assecondare la sua vocazione spirituale, non prima però di aver conseguito la laurea, come ha concordato con i suoi. Qualcuno però si intromette tra Santa e le sue aspirazioni. Un uomo incrociato per caso negli ambienti parrocchiali prende a farle appostamenti, a inviarle lettere deliranti, a pedinarla ovunque per tre lunghi anni, proseguendo di fatto indisturbato nonostante le ripetute denunce. Il 15 marzo del 1991 tredici coltellate mettono fine alla vita di Santa.
Sono venuto a conoscenza della vicenda di Santa Scorese nel corso di un evento pubblico al quale era intervenuta Rosa Maria, sua sorella – ha dichiarato il regista salernitano – della quale mi aveva colpito soprattutto la riflessione conclusiva: Santa non è stata l’unica vittima di quella tragedia. In un’ammirevole presa d’atto, Rosa Maria notava come il persecutore di sua sorella poteva essere messo per tempo in condizione di non nuocere agli altri e a se stesso.