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«Sono più agitata oggi che magari alla presentazione di un film», commenta Alba Rohrwacher alla presentazione del libro a lei dedicato Alba Rohrwacher. L’acrobata del cinema italiano, curato da Federico Pommier Vincelli e Federico Pedroni. L’opera fa parte della collana editoriale del Festival MoliseCinema di Casacalenda (Campobasso) pubblicata da Cosmo Iannone Editore.
«Credo che poi una caratteristica dell’attore sia anche il mistero che porta, per cui svelare tutto fino in fondo è come una ricetta che fa funzionare un dolce, ma poi quando si conoscono quegli ingredienti, il dolce stesso non piace più», ha aggiunto l’attrice fiorentina. Mi piace sempre esplorare dei territori che mi sembra di non conoscere. Quindi attraverso un film e la visione di un regista, mi piace scoprire cose inaspettate anche di me e probabilmente arricchire il mio bagaglio attoriale».
Questo su Alba Rohrwacher è il secondo volume della collana: il primo è stato incentrato su Elio Germano.
Federico Pedroni, nell’introduzione al libro, descrive l’attrice così: «Eccentrica, esotica, estranea, non conforme, singolare, aliena, inafferrabile, enigmatica. Questi sono solo alcuni degli aggettivi che ricorrono, nelle pagine di questo volume, a proposito di Alba Rohrwacher, della sua recitazione, della sua fisicità cosi peculiare e irriducibile a canoni e schemi precostituiti. Perché nel cinema italiano degli ultimi vent’anni – equamente diviso tra commedia popolare e cinema rigorosamente d’autore – fatto spesso di attori intercambiabili che tendevano a ripetere sempre la stessa parte, Rohrwacher e il più sfuggente e inclassificabile dei suoi volti ricorrenti, quello che nella reinvenzione fisica e interiore di ogni interpretazione ha costruito il suo percorso di attrice. Quando abbiamo deciso di dedicare ad Alba questo volume, abbiamo quindi avuto subito chiaro che dovevamo muoverci non in un percorso lineare ma piuttosto attraverso un racconto frammentato, un caleidoscopio attraverso cui provare a ricostruire un’unita di analisi attraverso una totale libertà di approccio, quella stessa libertà che ha improntato e impronta la carriera di un’attrice cosi particolare».
All’incontro ha partecipato anche Marco Bellocchio, il regista che la lavorato diverse volte con Alba Rohrwacher e che, come raccontato dalla stessa attrice in un simpatico aneddoto, la fece esordire su un set ai tempi del Centro Sperimentale di Cinematografica.