«Attraverso l’incantesimo della scrittura sono voluto tornare in Egitto; è un paese di cui mi sono subito innamorato», ha commentato Mario Vattani, in occasione della presentazione del suo nuovo romanzo Al Tayar. La Corrente, edito da Mondadori. «I suoi colori e i suoi sapori – continua l’autore – gli uomini e le donne egiziani mi hanno trasformato, la loro intensità ha profondamente influenzato il mio modo di vedere e sentire il mondo».
Mario Vattani, diplomatico e scrittore, dopo il successo del suo noir giapponese Doromizu. Acqua torbida (Mondadori, 2016), ambienta il suo nuovo libro, il cui titolo si ispira alla corrente del Nilo, una forza irresistibile e onnipresente che guida il nostro destino, nella capitale di un Egitto caotico e affascinante che conosce bene perché vi ha vissuto a lungo da console. Protagonista del romanzo è Alessandro Merisi, venticinque anni e un lavoro da fotografo ormai abbandonato. È appena atterrato al Cairo, nella sua valigia ha pochi vestiti, quanti bastano per nascondere i farmaci che ha il compito di trafugare in Egitto. Non ha scelta, questo è il tributo che gli è stato imposto per un debito dal quale teme di non liberarsi più.
Il giovane Alex è sedotto dal fascino di una metropoli in preda agli spasmi di un regime morente. Vi intravede l’occasione per conquistarsi una seconda vita, anche se significa lasciarsi trascinare nel mondo terrificante del traffico di organi. Al Tayar è un percorso iniziatico attraverso eros e tanathos, vi traspare sempre la ricerca di una conoscenza, un’ispirazione, di una scelta. «Il luogo migliore dove trovare la purezza – aggiunge Vattani – è la decadenza, il disordine, il caos. La luce è più facilmente individuabile nell’oscurità. In Egitto, dove i contrasti sono così forti, si ottiene un’immagine ancora più nitida di questo paradosso». Veloce e ricca di colpi di scena, la trama di Al Tayar si appoggia su uno stile scorrevole e immediato, cinematografico, che porta il lettore a identificarsi col protagonista e lo inchioda alla lettura fin dalle prime pagine. Ma il fascino del romanzo è anche dovuto allo sguardo limpido e coinvolgente di Alex sul Cairo, sulla cultura araba e sul mondo che lo circonda. Con pennellate vivide, emozionanti e mai convenzionali, Mario Vattani dipinge un noir sensuale, scuro e commovente. «Nel mondo di Al Tayar – racconta Vattani – il destino degli uomini non viene deciso dalla malvagità delle loro azioni, ma dallo scorrere inesorabile del Nilo. E’ una corrente in cui non si può far altro che lasciarsi andare, anche a costo di perdere l’anima».
Secondo il parere di Vittorio Sgarbi, Al Tayar non è semplicemente un noir a sfondo egiziano, ma «un romanzo di formazione, profondamente sensuale e determinista, dove nessuno si libera dal proprio destino. Invece il Vattani diplomatico diventa Vattani scrittore, sfugge alla forma diplomatica e si riprende la vita».
Nutrito il parterre delle personalità diplomatiche che hanno partecipato all’incontro, gli Ambasciatori Mammad Ahmadzada, Repubblica dell’Azerbaigian, Umberto Vattani, già Segretario Generale della Farnesina, Presidente della Fondazione Italia Giappone e della Venice International University, Francesco Paolo Fulci, Presidente della Ferrero, Alessandro Minuto Rizzo, già segretario generale della NATO, Marisela Federici, il sen. Maurizio Gasparri, l’ex vicepresidente del CSM, Michele Vietti, Mattia Carlin, vicepresidente Unione dei Consoli Onorari in Italia, Peppino Borga, già Ambasciatore a Buenos Aires, Luca Sabbatucci, già capo del personale della Farnesina, Carlo Maria Oliva, già Ambasciatore italiano all’OCSE, Claudio Moreno, gli attori Paola Gassman, Jun Ichikawa, Vincenzo Bocciarelli, ed il prof. Anton Giulio de Robertis, Vicepresidente del Comitato Atlantico.