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Generazione Diabolika, il documentario di un mitico locale romano

Il 10 giugno verrà proiettato, in anteprima nazionale, il documentario Generazione Diabolika, l’opera prima di Silvio Laccetti che ripercorre la storia inedita di un locale romano mitico, il “Diabolika” appunto, che nel giro di pochi anni è diventato un vero e proprio fenomeno di costume esportato poi su scala nazionale e internazionale.
Prodotto da Movieday, il documentario punta a raccontare, con coraggio, uno spaccato sociale e generazionale attraverso la storia di un locale. Sullo schermo si alternano immagini di repertorio a interviste ai protagonisti di una lunga stagione che va dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Dieci del Duemila. Una dietro l’altra, si succedono le testimonianze di personaggi come Vladimir Luxuria, Emanuele Inglese, Henry Pass e il giovanissimo Lou Bellucci, il vocalist romano morto prematuramente nel 2017.
«Generazione Diabolika è la storia di un movimento, di un vero e proprio fenomeno di costume che ha caratterizzato tutte quelle generazioni nate tra il 1985 e il 1995», spiega il regista. «Un racconto intimo, in cui la macchina da presa quasi scompare e l’incedere narrativo è alternato tra immagini di repertorio e interviste realizzate tutte in notturna».
Si parte da questa tragica vicenda per poi andare a scandagliare tutte le tappe fondamentali del fenomeno. Il Diabolika, infatti, non è stato un semplice locale ma molto di più. È grazie a questo che il genere musicale “House” è stato in grado di affermarsi, divenendo anche un terreno fertile di sperimentazione artistica. Nelle notti dello showbiz romano, animate dai dj Emanuele Inglese, Luigi Di Filippo (in arte D-Lewis), Paolo Bolognesi, Emix e Simone Lp le sonorità classiche della musica house si mescolano a quelle dell’elettronica, creando un concept musicale singolare e capace di rinnovarsi costantemente.
Con la nascita di M2O, una radio neonata che nel giro di pochissimo tempo diventa un punto di riferimento per gli appassionati del genere, le serate del Diabolika cambiano forma. La radio sposa il progetto e ogni sabato sera trasmette la diretta di party esclusivi. Qui prestano la propria voce i vocalist Henry Pass e Lou Bellucci che concedono l’impronta di un racconto quasi “teatrale”.
Il successo è tale che il modello, dopo aver fatto il giro d’Italia, viene immediatamente esportato in tutta Europa.
Il sano bisogno di trasgressione incarnato dal Diabolika, però, coincide verso la fine degli anni Dieci del Duemila anche con la piaga sociale del consumo di droghe che dilaga sempre di più. Nell’ottica collettiva, le discoteche diventano il luogo simbolo della perdizione e dell’illegalità.
Così, all’apice del successo, inizia man mano il declino del Diabolika e di tutte le altre realtà neonate che pian piano si stavano diffondendo sempre di più. Ma quando il 15 settembre del 2017 la notizia della morte di Lou Bellucci sconvolge il mondo della musica house, qualcosa cambia. E il 23 settembre prende vita uno dei più grandi tributi allo storico vocalist del Diabolika e a tutto ciò che questo locale ha rappresentato, rendendo necessaria un’indagine sociale e culturale su un’epoca di cui si conosce ancora troppo poco.

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