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Arriva “Il nome della rosa”, la serie TV del bestseller di Umberto Eco

Il nome della rosa

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A trentatré anni dall’uscita del film per il grande schermo, arriva la versione televisiva de Il nome della rosa, il capolavoro letterario di Umberto Eco. La serie evento in quattro serate, in onda in prima visione su Rai 1 da lunedì 4 marzo, è diretto da Giacomo Battiato, e vedo protagonisti John Turturro, Rupert Everett, Damian Hardung, Fabrizio Bentivoglio, Greta Scarano, Richard Sammel, Stefano Fresi, Roberto Herlitzka, con la partecipazione straordinaria di Alessio Boni, con Sebastian Koch, James Cosmo e Michael Emerson nel ruolo dell’Abate.
Ci troviamo ne 1327, nell’Italia del Nord. Il frate Guglielmo da Baskerville raggiunge un’isolata abbazia benedettina sulle Alpi. Lo attende una Disputa importante: dovrà rappresentare l’Ordine francescano, sostenuto da Ludovico di Baviera, futuro Imperatore del Sacro Romano Impero e minacciato dal potere temporale del Papa francese Giovanni XXII.
Adso, un giovane novizio benedettino, segue Guglielmo. Rinnegato il destino impostogli dal padre, barone al seguito dell’Imperatore, Adso lo ha scelto come guida per il suo cammino spirituale.
L’abbazia, al loro arrivo, si presenta subito come un luogo inquietante, con una biblioteca che custodisce manoscritti di inestimabile valore e dove tuttavia aleggia più di un mistero.
L’assassinio del monaco Adelmo dà il via a una serie intricata di eventi delittuosi che coinvolgono, uno alla volta, i monaci dell’abbazia. Guglielmo, su mandato dell’Abate Abbone, dovrà indagare sull’identità e sul movente del misterioso assassino seriale per arrivare alla risoluzione del caso, prima che la disputa teologica tra la delegazione francescana e quella papale, capeggiata dal feroce inquisitore domenicano Bernardo Gui, abbia inizio.
Nel corso dell’indagine, Guglielmo scoprirà che due seguaci della setta dell’eretico Fra’ Dolcino, Remigio e Salvatore, sopravvissuti all’eccidio della loro gente, vivono da infiltrati nell’abbazia. Scampata a questo eccidio è anche la giovane Anna, figlia di Fra’ Dolcino e della sua compagna Margherita. Anna è animata da un forte sentimento di vendetta verso il terribile Gui, che l’ha privata degli affetti più cari, il figlio e il marito, mettendo a ferro e fuoco il villaggio eretico di Pietranera.
Adso partecipa attivamente all’indagine del maestro Guglielmo, ma l’incontro con una bellissima ragazza dai capelli rossi, una profuga occitana rimasta orfana a causa della guerra, fa vacillare la sua vocazione.

Rupert Everett nel ruolo di Bernardo Gui

Guglielmo intuisce che l’abbazia cela, nel labirinto della sua famosissima biblioteca, la chiave dei misteri. Ma quando sembra essere sul punto di risolvere l’enigma, gli eventi precipitano.
Al suo arrivo, lo spietato Bernardo Gui svela da subito la sua missione: distruggere l’Ordine francescano, con qualunque mezzo. Il domenicano prende potere sull’abbazia, arresta e tortura, e cerca di trovare prove sul coinvolgimento dei francescani nella catena dei delitti.
Guglielmo affronta il brutale inquisitore Gui in ripetuti scontri dialettici, nei quali si fronteggiano due opposte visioni del mondo. Nello stesso tempo, Guglielmo porta avanti la sua straordinaria indagine, con l’intelligenza e l’ironia che lo contraddistinguono, fino alla scoperta della verità. Un’indagine che ha tenuto con il fiato sospeso intere generazioni di lettori nel mondo.
«Ringrazio Giacomo per aver pensato a me per il ruolo di Guglielmo», commenta soddisfatto John Turturro alla presentazione stampa di Roma. «Lo ringrazio anche per aver notato che io sono inglese, ci voleva un regista italiano per scoprire la parte inglese di me. All’inizio sono rimasto sorpreso e colpito dall’idea di interpretare questo personaggio. Poi ho letto il libro e l’ho trovato bellissimo. Ho scoperto un mondo completamente nuovo e diverso. Il libro racconta un mondo che ha elementi estremamente attuali; è stata una grandissima esperienza».
L’attore statunitense, con cittadinanza italiana, per rendere più personalizzato ed efficace il personaggio di Guglielmo da Baskerville è intervenuto in fase di sceneggiatura, in modo da apportare una rifinitura nei suoi dialoghi e nel carattere. Allo steso tempo ha voluto rendere evidente l’impronta di Umberto Eco anche nel copione: «Quello che mi ha attirato di questo progetto è stato inserire quanto più Eco possibile all’interno di Eco. Quanto più ne avremmo inserito, tanto meglio sarebbe venuta la serie».

Il cast de “Il nome della rosa” al photocall

John Turturro in conferenza stampa

Il regista Giacomo Battiato in conferenza stampa

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