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Mario Martone e la sua Capri – Revolution, partendo da Leopardi

Mario Martone

In concorso alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dal 20 dicembre uscirà nei cinema italiani Capri – Revolution, l’opera di Mario Martone ambientata all’alba della Prima Guerra Mondiale.
Il cineasta partenopeo prende spunto da alcune vicende dell’epoca per proporre al pubblico di oggi un confronto su alcune tematiche rimaste di attualità.
La storia si focalizza su una comune di giovani nordeuropei che ha trovato sull’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una sua propria e forte identità, che si incarna in una ragazza, una capraia il cui nome e Lucia (Marianna Fontana).
Il film narra proprio l’incontro tra Lucia, la comune guidata da Seybu (Reinout Scholten van Aschat) e il giovane medico del paese (Antonio Folletto). E narra di un’isola unica al mondo, la montagna dolomitica precipitata nelle acque del Mediterraneo che all’inizio del Novecento ha attratto come un magnete chiunque sentisse la spinta dell’utopia e coltivasse ideali di libertà, come i russi che, esuli a Capri, si preparavano alla rivoluzione.

Reinout Scholten van Aschat e Marianna Fontana

«Il film nasce da Leopardi, dal finale de “Il giovane favoloso” – commenta Mario Martone – quando avevamo immaginato di chiudere con i versi della “Ginestra”. Questo rapporto che c’è tra l’esperienza personale, individuale, il senso della catena umana di cui parla Leopardi, e dall’altro lato invece il senso grande della storia, quindi appunto le “magnifiche sorti e progressive” che in “Capri – Revolution” stanno per arrivare».
Proprio l’esistenza di questa comune a Capri, secondo il regista, scatena una sorta di corto circuito, per cui le «vicende umane familiari, intime e spirituali, si incrociano con i grandi movimenti della storia».
L’intenzione di Mario Martone, che ha scritto il film insieme a Ippolita di Majo, non è stata quella di dettare una linea di pensiero specifica, o una verità assoluta, ma di instillare il dubbio, artefice di un processo di evoluzione.

Guarda il trailer del film.

Foto in alto: Giuseppe Andidero

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