Dopo aver girato due cortometraggi dal titolo “Blasè”, che parla dell’alienazione umana nella metropoli, così come la concezione dell’uomo blasé formulata nell’opera di Simmel The Metropolis and Mental Life, nel 1903 e “La Figlia di Mazinga”, che racconta la storia di Franco Mazinga, squattrinato padre di Christine, che sfrutta la figlia come modella in alcuni set fotografici (entrambi presenti a Cannes nella categoria Short Film Corner), riscuotendo un buon successo, Enrico Acciani si sta preparando per girare il suo primo lungometraggio dal titolo “Miodesopsie”.
Una storia che parla di Alba una donna di ha 30 anni. Lavora come guardia notturna in un museo di arte moderna. Soffre di miodesopsie, le mosche volanti che vediamo nel cielo: lei ne vede troppe rispetto al normale. Vive sola, con il suo cane, in una casa forse troppo grande per lei, prima abitata anche dalla sua ex fidanzata, Elettra. Scatta inspiegabilmente l’allarme al Museo e la direzione dello stesso decide di affiancare ad Alba un ragazzo molto magro, scarno e spesso impacciato, chiamato Glauco. È un film che parla del divenire ineluttabile della vita, che viene sporcata dagli eventi positivi e non della vita ma non si ferma mai. Il film oscillerà fra introspezione e sociologia, raccontando la depressione e la malinconia, osservando come uno spettatore la realtà che ci circonda.
Ma tra i progetti futuri di Enrico Acciani, classe ’94, non c’è solo il cinema ma anche la musica. Dopo aver realizzato colonne sonore e composto brani, nel 2019 farà uscire un album con il nome d’arte Al Verde. Già dal mese di novembre inizierà a lavorare al progetto, scritto fra aprile e giugno del 2018.
L’album sarà inciso a Roma e si chiamerà Cocomero perché per ogni brano corrisponde una fetta di anguria, quindi un videoclip. Essendo il Cocomero un ellissoide, man mano che finiscono le fette si chiude il cerchio. Quindi ogni videoclip sarà un piano sequenza che inizia con la fine del precedente e finisce con l’inizio del successivo.