Nella ricorrenza dei cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, La Festa del Cinema di Roma ha voluto ricordare La grande guerra di Mario Monicelli, nella versione lunga ricostruita con un restauro realizzato da Aurelio De Laurentiis e dalla Cineteca Nazionale, con la supervisione del direttore della fotografia Giuseppe Rotunno.
Leone d’oro 1959 ex aequo con Il Generale della Rovere di Roberto Rossellini, il film di Monicelli è uno dei primi del cinema italiano ad affrontare un tema fino ad allora considerato tabù, i massacri del conflitto ’14-’18, e lo fa con un affresco corale in equilibrio fra il realismo della tragedia e il cinismo beffardo della commedia, fra epica e antiretorica, guardando la guerra dal basso delle trincee, raccontando aneddoti ora umoristici ora amari, parlando la varietà delle lingue dialettali in un periodo in cui in Italia si stava diffondendo una lingua unitaria, seguendo personaggi che sono tipi, maschere, macchiette e insieme figure umane vere, come i due protagonisti, il milanese Giovanni e il romano Oreste (interpretati rispettivamente da Vittorio Gassman e Alberto Sordi), due fanti che cercano continuamente di imboscarsi, due opportunisti lavativi e codardi che, catturati dagli austriaci, muoiono da eroi, trovando il riscatto in un lampo di fierezza, in uno sbocco di dignità personale. Il film di Monicelli, mostrando campi di battaglia che si palesano come sporchi e fangosi mattatoi, pronuncia il rifiuto caustico e al contempo accorato di una guerra sanguinaria e assurda come tutte le guerre.
La Pellicola è stata proiettata nella Sala Petrassi dell’Auditotium Parco della Musica alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e del presidente della Camera Roberto Fico. Invitati per l’occasione diversi personaggi del mondo del cinema e non solo, come lo stilista Giorgio Armani.
Il ricordo di Max Tortora su La Grande Guerra