«Tutto è nato guardando un video, un documentario, in cui si vedeva un uomo che usciva da un armadio dopo otto mesi di bunker», racconta Antonio Albanese alla presentazione stampa della nuova serie TV I Topo, da lui scritta, diretta e interpretata, in onda su Rai3 sabato 6, 13 e 20 ottobre.
Il personaggio protagonista della serie, di genere comedy, è dotato di grande ironia e gusto del paradosso, riuscendo brillantemente a trattare persino un tema delicato come quello della mafia.
Sebastiano ed è un latitante che trascorre le sue giornate nascosto in una villetta del nord Italia, dotata di mille “occhi” all’esterno e di ingegnosi nascondigli all’interno: telecamere, allarmi, recinzioni, passaggi segreti, cunicoli sotterranei, oltre all’immancabile bunker interrato. Grazie a questa abitazione strategica e alla conseguente esistenza da “topi” che dentro vi conducono Sebastiano e la sua famiglia, quest’uomo è da anni invisibile alla Polizia. Con l’aiuto di fidati prestanome, porta avanti – da casa – i loschi e assurdi traffici della sua impresa edile. Tutto questo con la complicità della famiglia al completo: la moglie Betta, immersa con grande normalità nelle trame illegali; la primogenita Carmen, studentessa universitaria spesso in conflitto col padre, ma con il quale condivide filosofia spicciola ed eloquente cinismo; Benni, il figlio diciassettenne un po’ stupido e con velleità giudicate trasgressive dal padre, che non condivide la sua passione per la cucina; gli zii Vincenza e Vincenzo, accanita scommettitrice la prima e capostipite mafioso il secondo, felicemente autorecluso nel bunker da 12 anni.
«Sebastiano è un uomo rassegnato; è ignorante, maschilista, stupido», aggiunge Albanese. «Non gli è stato dato nessun fondamentale. Fa di tutto per non andare in galera, ma è in galera da anni».
La storia si ispira ai tanti stratagemmi adottati dai veri boss per sfuggire all’arresto e per garantirsi lunghi periodi di latitanza. Buffi e rocamboleschi nella fiction come nella realtà, dalla quale I Topi ha tratto infatti più di uno spunto, estremizzando drammaturgicamente le situazioni, rappresentando il mondo mafioso attraverso una chiave comica e un uso intelligente del ribaltamento di senso, oltre ai classici tormentoni. E proprio partendo dall’interno di quel mondo, I Topi vuole intrattenere e divertire, ma anche ridicolizzare e condannare sottotraccia i codici della criminalità, le sue colpe piccole e grandi, il malaffare, l’ignoranza, la miseria umana.
Foto di Claudio Iannone