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La Forma Dell’Acqua, le barriere dell’amore secondo Guillermo del Toro

La Forma Dell'Acqua

Dopo la vittoria del Leone d’oro per il miglior film alla 74° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, esce al cinema, dal 14 febbraio, La forma dell’acqua (The Shape of Water), la nuova pellicola di Guillermo del Toro. Per molti aspetti definita come una favola, in cui si intrecciano potere, rabbia e intolleranza, lo sfondo e comune denominatore risulta l’amore, quello più autentico, anche se singolare, che non necessita nemmeno di parole. Non a caso la storia riprodotta sul grande schermo vede protagonista una donna muta, che lentamente si innamora di una sorta di uomo/pesce, solitario e misterioso.
Ci troviamo a Baltimora, in un laboratorio nascosto del governo ad alta sicurezza, nell’America dei primi Anni ’60, nel pieno della Guerra Fredda. E’ qui che Elisa (Sally Hawkins) che lavora come donna delle pulizie, scopre, insieme alla collega Zelda (Octavia Spencer), la presenza di una sorta di mostro marino, intrappolato per un esperimento militare. Da questo momento la vita di Elisa prende una nuova svolta, vedendo in quell’uomo/pesce, non un mostro feroce, bensì un essere solitario suscettibile ad impulsi emozionali, tipicamente umani.
Questo essere anfibio non solo è stato tirato fuori dalle profondità scure e acquose, ma sembra avere le fondamentali qualità adattive dell’acqua, assumendo i contorni psichici di ogni essere umano che incontra, riflettendo sia l’aggressività che l’insondabile amore.

Sally Hawkins e Octavia Spencer

Elisa comincia così a portargli di nascosto delle uova, di cui è ghiotto, e lentamente, tra i due nasce qualcosa di più profondo, come spesso capita a chi si trova, seppur per motivi diversi, ai margini.
A completare il cast ci sono Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones e Michael Stuhlbarg.

Michael Shannon e Michael Stuhlbarg

«Mi piace fare film che siano liberatori, che dicano come sia giusto essere chiunque tu sia, e sembra che in questo momento, questo sia molto pertinente», commenta Guillermo Del Toro.
Evidentemente l’esplorazione dell’idea dell’amore e le sue barriere, sia interne che esterne, è stata fondamentale per il regista messicano: «Volevo creare una storia, bella ed elegante, sulla speranza e sulla redenzione come antidoto al cinismo dei nostri tempi. Volevo che questa storia prendesse la forma di una fiaba in quanto hai un umile essere umano che inciampa in qualcosa di più grande e più trascendente di qualsiasi altra cosa nella sua vita. E poi ho pensato che sarebbe stata una buona idea quella di contrapporre l’amore con qualcosa di così banale e malvagio come l’odio tra le nazioni, che è la Guerra Fredda, e l’odio tra le persone a causa di razza, colore, abilità e genere».
Il film, realizzato da Bull Productions e Fox Searchlight Pictures, è distribuito da 20th Century Fox.

Guarda il trailer del film.

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