E’ stata presentata a Roma la dodicesima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival – Ebraismo e Israele nel cinema, la rassegna dedicata alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico, che si svolgerà dal 18 al 23 novembre, presso la Casa del Cinema e Centro Ebraico Italiano il Pitigliani. Commedie, drammi, documentari, panel con professionisti dell’animazione, del giornalismo documentario e della serialità televisiva, ospiti e anteprime italiane, sotto la direzione di Ariela Piattelli e Lirit Mash, il tutto a entrata gratuita fino a esaurimento posti.
Tra gli ospiti del festival, sarà presente Yonatan Peres figlio del Premio Nobel per la pace Shimon Peres, in rappresentanza del Centro Peres per la pace e l’innovazione.
Interessante anche la scelta dei documentari, come l’avvincente On the Map di Dani Menkin, prodotto da Nancy Spielberg, che racconta una delle pagine più importanti della storia e dello sport israeliano, la partita di basket tra Maccabi Tel Aviv e la squadra dell’armata rossa CSKA Mosca nel Campionato Europeo di Pallacanestro del 1977, in piena Guerra Fredda. Due i documentari che raccontano gli ebrei d’Italia: Iom Romi, di Valerio Ciraci, prodotto dal Primo Levi Center di New York, che racconta uno spaccato della vita della Comunità ebraica di Roma e Shalom Italia, di Tamal Tan Anati, che racconta di tre fratelli ebrei israeliani, di origine italiana, in viaggio attraverso la Toscana, in cerca della caverna in cui da piccoli si erano nascosti per scappare ai nazisti. Quindi #uploading_holocaust, di Udi Nir e Sagi Bornstein racconta, attraverso le immagini realizzate con gli smartphone dai liceali israeliani in Polonia, il punto di vista della nuova generazione sulla Shoah e un’immagine commovente e inquietante del modo in cui la memoria collettiva si forma nell’era del web. E sempre Israele è protagonista di Ben Gurion, Epilogue, di Yariv Mozer. Il regista ha ritrovato una lunga e inedita intervista al padre dello Stato di Israele, per anni rimasta sepolta nell’Archivio Spielberg di Gerusalemme. Ormai fuori dalla scena politica, il grande statista guarda alla storia e agli eventi che lo hanno visto protagonista, tracciando la sua visione sul futuro di Israele.
Per quel che concerne il settore fiction, “Serie TV da Israele”, prevede – lunedì 20 novembre a partire dalle ore 18:15 – il panel “Non solo In Treatment. Serie TV da Israele: un fenomeno globale”. Un vero e proprio dialogo aperto che vuole indagare l’incredibile exploit di esportazione di format e serie televisive israeliane degli ultimi anni, da In Treatment a Homeland, presentando tre serie drama alcune delle quali acquistate all’estero negli ultimi anni: Shtisel, sul mondo ultra-ortodosso di Gerusalemme; il medical drama Yellow Peppers, su un bambino autistico e Your Honor. Il panel vedrà al tavolo l’editorialista e docente universitario Massimiliano Panarari e Ram Landes, produttore e ideatore di molti format israeliani, che presenta al festival Your Honor (Kvodo), la serie da lui prodotta, che sarà adattata per l’Italia. Oscuro, affascinante e moralmente complessa, la serie racconta di un brillante giudice vicino a una importante promozione, il cui figlio adolescente fugge dopo essere stato coinvolto in un incidente automobilistico di cui è l’autore. Il panel è organizzato in collaborazione WGI – Writers Guild Italia, una delle più importanti organizzazioni di sceneggiatori, che sarà rappresentata da Giovanna Koch. E poi, il secondo panel, dal titolo “Raccontare il Medio Oriente attraverso il documentario”, incontro a due voci tra Itai Anghel – il più grande reporter di guerra israeliano – e il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari. Il panel sarà seguito dalla proiezione del doc Invisible in Mosul, fresco vincitore del Premio per il Miglior Documentario in cui lo stesso Anghel si unisce con coraggio ai corpi speciali dell’esercito iracheno che avanzano verso Mosul sotto il fuoco nemico dell’ISIS e dei suoi terroristi suicidi. Anghel, infatti, è l’unico giornalista israeliano ad aver documentato la guerra in Iraq sino a spingersi nelle prime linee dei combattenti contro l’ISIS a Mosul.
Durante la kermesse si svolgerà anche la prima edizione del Premio Emanuele (Lele) Luzzati, che il 22 novembre presenterà in una ‘non-stop’ le opere finaliste e il 23 novembre premierà l’opera considerata meritevole da una giuria composta da intellettuali e artisti di rilievo.
Infine, per ricordare i 50 anni dall’arrivo degli ebrei libici in Italia, il festival chiude al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani con Libia, l’ultimo esodo di Ruggero Gabbai.
Per informazioni dettagliate sul festival, è possibile consultare il sito: http://www.pitiglianikolnoafestival.it
Il trailer del Pitigliani Kolno’a Festival 2017.