Parte tutto da un decreto, quello tramite il quale l’Ufficio centrale stupefacenti del Ministero della Salute aveva stabilito il prezzo di vendita in farmacia dei medicinali a base di marijuana. Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 giugno e che, pochi giorni dopo, ha generato una retromarcia piuttosto inaspettata da parte dello stesso ministero. Il tutto nasce dalla protesta delle farmacie italiane, come si può leggere sul sito di Federfarma, che hanno voluto evidenziare che il prezzo di vendita stabilito fosse, per loro, non conveniente.
Numeri alla mano, si parla di 9 euro al grammo come cifra indicata dal ministero della Salute per la vendita di infiorescenze in farmacia; un prezzo al ribasso quello approvato dal ministero stesso, soprattutto secondo i gestori di farmacie. Che infatti hanno richiesto la convocazione di un tavolo tecnico con lo stesso ministero della Salute Beatrice Lorenzin per discutere la questione.
Secondo i farmacisti la tariffa sarebbe stata imposta dal ministero senza un dibattito e comporterebbe il fatto di dover vendere la cannabis medica in perdita poiché, ad oggi, ogni singola farmacia paga la marijuana importata dall’Olanda 12 euro, mentre quella italiana prodotta presso lo stabilimento chimico di Firenze 8 euro oltre alle spese di trasporto.
A tutto ciò andrebbe poi aggiunto il lavoro necessario per le preparazioni galeniche, che rappresenta un’altra voce di spesa. Ecco perchè i farmacisti lamentano di essersi visti imporre dal ministero un prezzo troppo basso. E il rischio potrebbe essere quello di far arenare la diffusione perché, con questi presupposti, entro qualche mese le farmacie stesse potrebbero non avere più interesse a dispensare il farmaco.
Come risultato di tutta questa situazione, per certi versi paradossale, il ministro della Sanità ha dovuto ritrattare convocando un tavolo d’urgenza con i farmacisti per cercare di arrivare ad un compromesso. Obiettivo dichiarato è quello di andare a rivedere il prezzo di vendita cercando di trovare una mediazione tra esigenze dei pazienti e convenienza per i farmacisti.
Il tavolo d’urgenza sarà quindi occasione per discutere sulle tariffe nazionali dei medicinali e sull’onorario del farmacista, oltre che su un altro tema estremamente delicato quando si parla di cannabis medica. Ovvero, quello riguardante le multe comminate ad alcune farmacie che avevano sponsorizzato la vendita del farmaco.
Anche qui emerge una contraddizione piuttosto evidente: la legge sugli stupefacenti in Italia vieta la pubblicità anche indiretta della cannabis; al contempo, vista la novità del farmaco a base di cannabis disponibile nelle farmacie, alcuni punti vendita sul territorio hanno voluto informare i pazienti dell’opportunità di reperire, presso quello spazio, preparati galenici a base di cannabis.
Ebbene, queste farmacie che hanno promosso la diffusione della marijuana medica sono state multate aprendo l’ennesima distonia della normativa italiana in materia di cannabis: le farmacie possono venderla, ma non possono ancora pubblicizzarla.