Carlo Vanzina ha dato vita a una rimpatriata tra amici attori, già utilizzati in precedenti lavori, per raccontare una commedia brillante molto attuale, sulla falsa riga delle vicende di Mafia Capitale. “Non si ruba a casa dei ladri”, interpretato da Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca e Manuela Arcuri, racconta la storia di Antonio (Vincenzo Salemme), un cittadino onesto alla riscossa, che si vendica di Simone (Massimo Ghini), un “facilitatore” delle istituzioni, o meglio, intrallazzatore disonesto. Antonio inizialmente vorrebbe denunciarlo, ma poi, conoscendo le imperfezioni della giustizia italiana, decide di vendicarsi in un’altra maniera: scopre che il suo nemico ha nascosto in una banca svizzera i proventi delle sue malefatte e decide di organizzare un “colpo” per riprendersi quello che gli è stato rubato. Una grande truffa ai danni di un disonesto della politica. Per compiere l’impresa, perché d’impresa si tratta, Antonio mette su una piccola banda, formata da non professionisti i quali hanno in comune una sola cosa: anche loro sono stati truffati dalla politica corrotta. Il colpo si svolge a Zurigo dove ha sede la banca nella quale Simone ha nascosto i soldi. Con una serie di imprevedibili e divertenti risvolti, e con una buffa sostituzione di persone (Antonio e la moglie si fingono Simone e la compagna), parte un meccanismo comico ad orologeria.
«La realtà di questi facilitatori legati alla politica, i politici stessi, che mettono in ginocchio i cittadini onesti, è qualche cosa ancora, purtroppo, tristemente attuale», commenta Carlo Vanzina che, insieme al fratello Ernico, ha scritto la sceneggiatura. «Noi abbiamo preso spunto da un fatto drammatico per cercare di fare una buona commedia. Dai fatti di cronaca che abbiamo letto c’era venuta voglia di raccontare questa realtà, dal punto di vista di un cittadino onesto, messo sul lastrico da cose più grandi di lui».
Per Enrico Vanzina, le chiavi di lettura di questa commedia possono essere molteplici: «Abbiamo raccontato Mafia Capitale in maniera leggera. Ma il film lancia un messaggio pesante: i corrotti romani non sono invincibili, perché sono dei miserabili».
Secondo Vincenzo Salemme la vicenda raccontata dai fratelli Vanzina mette in luce non tanto la corruzione come è raccontata dalle cronache, bensì «la corruzione dell’animo umano. Ed è difficile governare la natura umana».
Il cast vede anche la partecipazione straordinaria di Maurizio Mattioli, anche lui interprete già di diversi altri film di Vanzina, in questo caso impegnato in un corposo ruolo da romano doc, dove però riesce abilmente a sfoggiare anche un inedito dialetto piemontese.
Distribuito da Medusa e realizzato da International Video 80, la pellicola sarà nella sale italiane in 350 copie, a partire dal 3 novembre.
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