Sono davvero moltissimi gli insegnanti universitari costretti a fare i conti con tesi ed elaborati interamente copiati. Con l’avvento delle nuove tecnologie, infatti, i giovani studenti non riescono proprio a resistere alla tentazione di chiedere aiuto alla rete e, talvolta, si fanno letteralmente prendere la mano. In alcuni casi, riuscire a scoprire i plagi è davvero difficile, soprattutto se si ha a che fare con elaborati piuttosto lunghi e corposi. Com’è facile immaginare, a pagarne le spese sono, in primo luogo, gli stessi studenti che non scrivendo di proprio pugno gli elaborati non saranno mai in grado di prendere confidenza con la materia studiata. Nonostante ciò, a preoccupare non poco gli insegnanti è il fatto che gli studenti intendano prendersi gioco di loro nella speranza di non essere scoperti. Fortunatamente, internet non è esclusivamente il regno degli studenti e, più in generale, dei più giovani. Proprio gli insegnanti, infatti, hanno la possibilità di accertarsi in merito all’originalità di un testo che gli è stato consegnato. Tra la varie alternative presenti sul web c’è il portale noplagio.it che con qualche semplice click offre agli insegnanti la possibilità di smascherare gli studenti che hanno tentato di fare i furbi. E noi l’abbiamo provato la versione gratuita per vedere se questa tipologia di software sono davvero così attendibili. Abbiamo caricato su noplagio.it 15 documenti tra cui 1 testo di Wikipedia, 1 stralcio di un libro preso da Google Libri, 8 articoli di giornali online come Gazzetta.it, IlFattoquotidiano.it, Corriere.it, 3 articoli di siti in ambito scientifico, 2 dispense di economia politica scaricate dal sito dell’Università La Sapienza di Roma. Il risultato? Davvero incredibile, in tutti e 15 i documenti noplagio.it ha rilevato il 100% di somiglianza dal testo (vedi foto qui di seguito) preso dai siti che lo hanno pubblicato.
Nel caso dell’Università Bocconi, gli studenti che vengono sorpresi a copiare la tesi di laurea sono costretti a riscriverla ed sono soggetti ad una sanzione che corrisponde ad una sospensione da un minimo di tre mesi ad un massimo di sei mesi da ogni genere di attività universitaria. In buona sostanza, l’ateneo punisce gli studenti che copiano ritardandogli l’accesso al mondo del lavoro al fine di farli riflettere in merito al loro operato e di renderli consapevoli del fatto che copiare, oltre ad essere moralmente scorretto, comporta un peggioramento della loro situazione nonché la creazione di ostacoli sul loro cammino verso il mondo del lavoro. Una cosa è certa: gli insegnanti universitari, ricorrendo ai sistemi anti-plagio, non vogliono far altro che consentire agli studenti di capire che copiare una tesi di laurea non serve davvero a nulla e, soprattutto, è del tutto controproducente. Il percorso accademico serve ai giovani per imparare le nozioni necessarie per poi muoversi nel mondo del lavoro con consapevolezza. Per tale ragione, è opportuno lavorare sempre in prima persona senza copiare alcunché e, magari, a costo di spendere molte più energie e più tempo. Insomma, gli insegnanti stanno tentando di arginare la piaga del plagio delle tesi universitarie ma ai giovani studenti spetta il compito di comprendere la reale importanza delle punizioni inflitte ai “copiatori di professione”.