Dal 31 di marzo è possibile vedere nella sale italiane “Race – Il colore della vittoria”, il film diretto da Stephen Hopkins, che celebra, per la prima volta, il mito di Jesse Owens, l’atleta che vinse quatto medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1936 a Berlino. Un campione e un simbolo della lotta al razzismo, in un momento tra i più difficili della storia in cui le ideologie nazionali-socialiste e le leggi razziali di Hitler si preparavano a sfidare il mondo.
La Casa Bianca non aveva mai riconosciuto alcun riconoscimento ufficiale ad Owens, fino a quando nel 1976, l’atleta venne invitato dal presidente Gerald Ford per ricevere il primo vero riconoscimento per i suoi successi sportivi, ovvero la Medaglia Presidenziale della Libertà, il massimo titolo per un civile americano.
«Non sapevo granché di Jesse Owens. Avevo un’idea, piuttosto generica, di chi fosse stato e di cosa avesse fatto», commenta Stephan James, protagonista della pellicola, durante la conferenza stampa a Roma. «Per me è stata una straordinaria esperienza quella di mettermi nelle “sue scarpe”, che mi ha cambiato la vita, e penso che tutti noi abbiamo bisogno di raccontare questi personaggi».
Anche se in ritardo, Jesse Owens si è consacrato un’icona mondiale. Ancora ai nostri giorni, in cui il successo fa fatica a durare, risuona forte la fama del quattro volte oro olimpico. I suoi successi alle Olimpiadi di Berlino hanno letteralmente rischiarato il mondo. Ottant’anni dopo, Owens è e rimane uno degli eroi olimpici la cui immagine e il cui nome sono parte inscindibile della nostra eredità culturale.
“Race – Il colore della vittoria” è stato prodotto da Forecast Pictures, ID+, Solofilm, Trinica entertainment, in collaborazione con la Fondazione Jesse Owens e con la stessa famiglia Owens. In Italia è distribuito da Eagle Pictures.
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