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“La Corrispondenza”, svelata da Giuseppe Tornatore

Intervista a Giuseppe Tornatore

A tre anni di distanza dal suo ultimo film, il premio oscar Giuseppe Tornatore è tornato sul grande schermo per regalare una nuova emozione, attraverso una storia incentrata su uno dei temi più profondi e misteriosi: l’amore. “La corrispondenza”, protagonisti Jeremy Irons e Olga Kurylenko, racconta la vicenda di una giovane studentessa universitaria, profondamente innamorata di un professore di astrofisica, al quale invia messaggi con i più recenti mezzi di comunicazione, praticamente in ogni istante della giornata.
«Forse vent’anni fa si sarebbe potuto classificarla come una storia di fantascienza, l’intreccio poteva sembrare qualcosa al di fuori del mondo», commento Tornatore. «Ma oggi no, perché tutto ciò che vi si racconta è assolutamente realistico.

Come nasce l’idea del film?
Originariamente la mia storia prevedeva un protagonista maschile e diversi personaggi femminili, ma non mi persuadeva del tutto, e continuavo a tenerla chiusa nel cassetto. In seguito ho ritenuto di rimodellare la storia basandola solo su due personaggi, un uomo e una donna. Poi, grazie alle evoluzioni della tecnologia in tema di comunicazione, è diventato un progetto maturo per essere raccontato, concreto.

Come è arrivato alla scelta dei protagonisti Jeremy Irons e Olga Kurylenko?
I due protagonisti Olga Kurylenko e Jeremy Irons sono il frutto, come spesso succede, di una lunga ricerca. Provini a molte attrici, poi a un certo punto ti accorgi che quella che stai incontrando in quel momento è esattamente il personaggio che cerchi. E quando ciò accade, come con Olga Kurylenko, è bellissimo. Avevo bisogno di un’attrice giovane, bella e soprattutto brava, perché il suo era un ruolo molto difficile. Il film è tutto raccontato dal suo punto di vista e lei è in scena sempre. Olga ha sostenuto questo personaggio con una tenacia e una forza davvero notevoli.
Jeremy Irons è stato straordinario nella sua performance ed ha fatto nascere momenti di grande vibrazione durante le riprese. Aveva tutte le caratteristiche del personaggio. Mi serviva una coppia che avesse un certo divario di età, ma che potesse avere una chimica di comunicazione molto forte. La chimica ha funzionato. La formula anche. Ecco, è stata un’esperienza bella e singolare.
C’è una specificità nel rapporto fra i due personaggi, nel senso che nel film, ad eccezione di due sequenze, lui è presente nella vita di lei sempre e soltanto attraverso messaggi, lettere, videomessaggi, email. E quindi il personaggio di Ed pre-esiste a tutto il resto. Tanto è vero che è stato realizzato e montato prima di iniziare il film. Pertanto durante le riprese, tutte le volte che Olga Kurylenko si è trovata a interagire con Jeremy Irons, in realtà interagiva con un personaggio che era già mediato dal lavoro di edizione. Olga quindi interagiva con il personaggio e non con l’attore. Sin dall’inizio mi sembrava che questa impostazione fosse talmente ricca di possibili e imprevedibili sorprese, che spesso non ho fatto prove perché volevo cogliere immediatamente la sua vera e spontanea reazione.

E riguardo il sodalizio con Ennio Morricone?
Il mio primo incontro con Ennio Morricone risale al gennaio del 1988, e da allora non abbiamo mai smesso di lavorare insieme. Perché Ennio non ha mai confuso la nostra profonda amicizia per una sorta di scorciatoia professionale, il grande equivoco che può nascere tra collaboratori storici i quali finiscono, magari inconsapevolmente, per confondere l’affetto con una sorta di naturale scorciatoia verso la tolleranza, impoverendo così il frutto del rapporto professionale. Con Ennio questo non può accadere perché è troppo rigoroso rispetto al suo mestiere: noi siamo grandissimi amici, ma se gli chiedo una sciocchezza, Ennio la chiama sciocchezza, non addolcisce i termini per non farmi male. E se lui mi propone una cosa sbagliata, il volergli bene e il fatto che lui sia più grande di me non mi impediscono assolutamente di dirgli che quella cosa è sbagliata. In altre parole, non ci facciamo sconti in virtù della nostra fratellanza. Ciò rende il rapporto stabile, ormai sono più di 25 anni che lavoriamo insieme. Lui si presta generosamente, mette a mia disposizione tutta la sua capacità professionale, tutta la sua grandissima esperienza che è pressoché sconfinata, quindi so che gli posso chiedere qualunque cosa… Sento sempre di muovermi come un acrobata che fa qualunque piroetta nel trapezio, ma sa che sotto i piedi ha una magnifica rete di protezione e quindi non si potrà fare mai male. Ecco il mio rapporto con lui funziona e funzionerà sempre per questa ragione.

Qual è il suo rapporto con il pubblico?
Il mio rapporto con il pubblico è molto semplice, nel senso che ritengo di essere parte del pubblico, e durante tutte le fasi di lavorazione del film cerco di non dimenticare mai di esserlo. Cioè non mi domando mai, quando invento una storia, cosa diranno gli spettatori, se apprezzeranno o meno il tema e lo stile della narrazione. Sono domande che non mi pongo mai, perché mi sento di essere io stesso spettatore del racconto che sto progettando, quindi ciò che accade a me mentre sviluppo.

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