L’Expo è ormai alle porte e i preparativi, nonostante qualche ritardo, proseguono senza sosta. Le iniziative delle imprese aumentano giorno dopo giorno per sfruttare al massimo le opportunità che un appuntamento del genere regala in termini di visibilità. Ad esempio c’è Unioncamere, realizzando il progetto inserito nell’Agenda Italia, ha il portale ‘talian Quality Experience, radunando le 700mila realtà del nostro agroalimentare, e dando loro persino una sorta di rating, in base alla quantità di informazioni aggiunte e alla loro qualità. Tra le tante società finite sopra questo affollato palcoscenico digitale, ci sono otre 185mila imprese dell’ortofrutta, 82mila del settore vini, 177mila produttori di pane, pasta e dolci, 109mila di carni, fino ai 48mila di olio d’oliva.
Il portale è appena andato online e per ora conta solo del contributo di 2.300 società, che lo hanno arricchito con maggiori notizie sulla propria storia e varietà di prodotti. Ma chiunque lo desideri potrà seguire l’esempio attraverso la registrazione gratuita. “Con questa esposizione universale ci giochiamo una partita straordinaria che possiamo e dobbiamo sfruttare in tutto il suo potenziale”, ha spiegato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione della partenza del nuovo sito. Il piano di Unioncamere è diffondere la conoscenza di questa piattaforma su scala internazionale. E per farlo ha messo in campo l’artiglieria pesante: ha schierato tutte le 105 Camere di commercio sul territorio nazionale e le 81 all’estero. Inoltre si avvarrà di una rete di 1.700 ristoranti nel mondo, battenti bandiera tricolore e certificati per la qualità e l’italianità delle materie prime offerte. “Solo attraverso i ristoranti contiamo così di raggiungere oltre 60 milioni di persone in 55 Paesi e in cinque continenti”, annuncia il presidente Ferruccio Dardanello.
Tra le imprese che hanno già aderito all’iniziativa, dando più informazioni c’è già qualche grande nome che non ha bisogno di presentazioni come Ferrarelle, azienda che si occupa dell’imbottigliamento delle acque minerali. Ma anche tanti piccoli imprenditori. L’idea è proprio dare la possibilità anche alle realtà di dimensioni ridotte di avere un pulpito dal quale raccontarsi. Così da far crescere il giro d’affari dell’industria alimentare italiana che oggi vale oltre 260 miliardi di euro ed è un asset fondamentale per tutta l’economia nazionale. Facendo magari aumentare anche l’occupazione che secondo uno studio di Unioncamere, Fondazione Symbola e Fondazione Edison, è pari a 7,3 addetti ogni 100 ettari coltivati a fronte di una media Ue di 6,6.
Il sito non durerà solo per il periodo dell’Expo, ma andrà avanti anche dopo. “Vogliamo che diventi uno strumento permanente – prosegue Dardanello – e allo stesso tempo vogliamo portare avanti altre iniziative come quella di far crescere la rete dei ristoranti certificati dalle nostre Camere di Commercio, arrivando a 5mila”. Questo network vuole essere uno straordinario mezzo per comunicare la bontà dei prodotti italiani, facendo provare agli avventori le specialità tipiche. Seppur risaputo, Unioncamere vuole poi mettere l’accento sulla sicurezza dei prodotti: la quota dei residui chimici negli alimenti made in Italy è di quasi 10 volte inferiori rispetto alla media europea (lo 0,2% contro 1,9%) e oltre 30 volte più bassa di quella extracomunitaria (6,3%). Siamo in cima alla lista dei produttori di biologico nel Vecchio Continente, con 44mila imprese del settore (il 17% di quelle europee).
L’iniziativa del portale è solo l’ultima di tutta una serie. Tre mesi fa è stato lanciato anche il portale registroimprese.it che consente anche a chi si trova in altri Paesi di richiedere le visure camerali in inglese delle società italiane. Il portale ha avuto circa 90mila visite dall’estero. E già 4.200 sono state le richieste, soprattutto dal Regno Unito, e riguardavano principalmente società di capitali del centro Nord.