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Wi-Fi, bambini più a rischio tumore

Disposiltivi wireless

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Da tempo circolano notizie riguardanti i rischi delle onde provocate dalle comunicazioni wireless. Spesso tali argomenti vengono presi sottogamba, sia per ignoranza che per motivi legati al monopolio dell’industria elettronica, che da anni si arricchisce proprio con il commercio su larga scala di dispositivi molto in voga in questa epoca: smartphone, tablet e i tradizionali PC collegati in wi-fi.
Purtroppo gli effetti di questi tipi di radiazioni non si possono vedere subito, ma solo dopo un certo tempo di esposizione non ancora quantificato. Tuttavia le ricerche in corso mostrano dati allarmanti.

Negli ultimi tempi ha fatto molto discutere il sito attivista britannico Stop Smart Meters a seguito della pubblicazione di un elenco di 34 studi scientifici che dimostrano gli effetti negativi biologici di esposizione al segnale wi-fi, compresi mal di testa, lo stress ossidativo e la riduzione dello sperma. Inoltre nei ratti sono stati evidenziati danni cerebrali, cancro, malformazioni, aborti spontanei, alterazioni della crescita ossea.

Anche in Italia, presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna, attraverso studi e ricerche mirate, è stato constatato che le microonde del segnale wi-fi interferiscono con il ciclo vitale delle cellule, favorendo persino l’insorgenza di tumori.

Sarebbero proprio i bambini a correre i rischi più alti per via del maggior contenuto di acqua nel loro tessuto cerebrale e osseo, assorbendo così le onde nocive 10 volte di più rispetto agli adulti.

Oltre al cancro, nelle persone maggiormente sensibile le radiazione wi-fi si possono riscontrare difficoltà di concentrazione, mal di testa, disturbi comportamentali, irritabilità, ansia, insonnia, vertigini e tachicardia. I bambini e gli adolescenti, se esposti in maniera continua, rischiano patologie ben più serie, come quelle riguardanti il sistema nervoso centrale, l’epilessia, il ritardo mentale, compromettendo inoltre le difese immunitarie.

Il commento unanime di molti scienziati, in attesa di risultati ancora più precisi, ma che difficilmente verranno ufficializzati dalle istituzioni per ovvi interessi economici, è quello di evitare il più possibile l’esposizione a tali onde, anche perché quando sperimenteremo sulla nostra pelle tali patologie, potrebbe essere troppo tardi.