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RomaFictionFest, avanguardia per la TV del futuro?

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«Il mio obiettivo era quello di far esplodere una discussione intellettuale su cosa vuol dire oggi produrre fiction, fare televisione e soprattutto pensare cosa sarà la televisione del futuro, anche perché credo che finalmente le cose vadano fatte avendo una visione politico-culturale». Così ha dichiarato Carlo Freccero a conclusione dell’VIII edizione del RomaFictionFest, nel corso della conferenza stampa di chiusura. «Un Festival è qualcosa di avanguardia e non di retroguardia – ha proseguito Freccero e ha ribadito – l’ho voluto fare in questa direzione, fornendo al pubblico le linee di lettura di questi generi nuovi che si affacciano, e facendo sì che serva ai produttori televisivi, che cercano di ripensare questo lavoro».

Il festival, promosso dalla Regione Lazio e dalla Camera di Commercio, organizzata da APT (Associazione Produttori Televisivi) e Sviluppo Lazio, quest’anno ha puntato sui contenuti e sulla quantità, rivolto ad un pubblico specializzato, di addetti ai lavori, tralasciando l’aspetto mondano, tipico delle scorse edizioni. L’assenza di star della fiction internazionale infatti hanno frenato l’entusiasmo di tanti fans rimasti a casa, così come confermato dai bordi semivuoti del red carpet.

Soddisfatto dell’edizione del RomaFictionfest anche Marco Follini, presidente dell’Associazione produttori televisivi: «Siamo riusciti nell’intento di offrire cose diverse e lanciare due messaggi importanti: il primo che nell’universo audiovisivo la fiction ha valore, e il secondo che nella fiction il processo creativo importante e ha valenza artistica».

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