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Allarme tubercolosi: aumentano i casi ma la stampa nazionale fa silenzio

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Si credeva una malattia infettiva debellata, ma negli ultimi tempi sta tornando “silenziosamente” alla ribalta. Stiamo parlando della tubercolosi, una patologia nota per colpire solitamente i polmoni o altre parti del corpo, non facile da curare, in diversi casi persino mortale.

L’allarme viene lanciato dal personale che opera nelle unità di pronto soccorso degli ospedali italiani. Sono proprio loro i primi a rimanere indignati riguardo il silenzio (questioni politiche?) della stampa nazionale, una sorta di divieto nel far trapelare i dati allarmanti, in merito al riaccendersi di questa diffusione dell’infezione.

La tubercolosi, in particolar modo quella polmonare, si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse, starnuti, ecc.
La distribuzione di questa malattia non è uniforme in tutto il mondo: circa l’80% della popolazione residente in molti paesi africani e asiatici risultano positivi nei test alla tubercolina, mentre solo il 5-10% della popolazione degli Stati Uniti è affetta.
Frequentare posti affollati, come metropolitane e treni, soprattutto in periodi caldi, aumenta sicuramente il rischio contagio.

Se prevenire è meglio che curare, non sarebbe più giusto e rispettoso per i cittadini, almeno in casi di pericolo per la salute collettiva, rimanere indipendenti da vincoli politici e ideologici, e informare realmente (dati alla mano) su come stiano le cose?

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