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Si inizia a fumare solitamente per seguire una tendenza, per colmare presunti vuoti interiori e mancanza di autostima, per poi divenire una delle peggiori dipendenze, altamente nocive per la salute.
Sono numerosissime le sostanze tossiche provocate dal fumo di sigaretta, e le principali le conoscono un po’ tutti: catrame, monossido di carbonio, nicotina, ecc. Nemmeno i filtri riescono a scongiurare il pericolo di queste fonti velenose.
Il catrame, come dimostrato da numerosi riscontri scientifici, è altamente cancerogeno. Il monossido di carbonio, legandosi all’emoglobina, riduce la sua capacità di trasportare l’ossigeno, pregiudicando a sua volta il nutrimento dei tessuti. La nicotina presente nel tabacco infine, pur non essendo molto tossica, crea dipendenza. E’ colpa di questa sostanza se, a distanza di anni, molte persone consapevoli dei rischi del fumo, non riescono a smettere.
I danni causati dal fumo sono ben noti, ad iniziare dai polmoni. Le patologie più “leggere” sono le infezioni alle vie respiratorie, l’enfisema polmonare, la bronchite acuta o cronica, per poi arrivare al più grave e diffusissimo cancro ai polmoni. Nei fumatori il carcinoma polmonare ha una frequenza 20 volte superiore a quella riscontrata nei non fumatori.
Anche il sistema cardiocircolatorio è gravemente compromesso con l’abitudine del fumo da sigaretta. In genere aumenta la pressione arteriosa, si accelera l’aterosclerosi, aprendo così la strada al temuto infarto e ictus.
Anche la vescica è uno dei bersagli più ricorrenti delle patologie derivate dal fumo, così come i reni, il colon e il fegato.
Tra gli effetti collaterali non andrebbero minimamente sottovalutati il declino mentale, l’invecchiamento precoce della pelle e le malattie correlate, anche croniche, come la psoriasi. Nell’uomo il fumo incrementa la caduta dei capelli e l’impotenza sessuale. Nelle donne invece i rischi del fumo possono seriamente interessare l’utero, la fecondità e per le donne in gravidanza, pregiudicare persino lo sviluppo mentale e polmonare del bambino.
Non può essere ammissibile giustificare in un individuo il vizio del fumo, anche se costui mostra di prendersi la piena responsabilità. Ciò significherebbe sottovalutare o peggio ancora disinteressarsi della salute altrui. E’ risaputo che anche il cosiddetto fumo passivo sia altamente tossico quasi allo stesso livello riscontrato nei fumatori. Molti non fumatori che normalmente condividono l’ambiente lavorativo o domestico dei fumatori, non solo rischiano di compromettere le funzionalità respiratorie, ma si espongono con maggiore incidenza al tumore al polmone.
Nei figli di fumatori si riscontra una più alta incidenza di bronchiti, polmoniti e crisi asmatiche.
Alla luce di questi evidenti e consolidati pericoli, ne vale ancora la pena giustificare un cosiddetto vizio “personale”?