Lo scontro generazionale padre-figli è un argomento molto attuale, mai trattato in maniera così approfondita da Carlo Verdone, regista questa volta di “Sotto una buona stella”, la commedia prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis, nelle sale dal 13 febbraio.
L’improvvisa morte della ex moglie ed uno scandalo finanziario che lo riduce quasi in rovina, cambiano drasticamente la vita di Federico Picchioni (interpretato da Carlo Verdone), papà che non è in grado di comprendere inizialmente i propri figli essendosi allontanato da essi, quando erano piccoli, in seguito a un divorzio.
«Un film un po’ sulle solitudini che però, in qualche modo, trovano la luce di una buona stella per intraprendere chi un tragitto fuori, chi per rimettersi in qualche modo in gioco a livello sentimentale, in un periodo disastrato», spiega l’attore e regista romano. «Secondo me questo film osserva la realtà, le fragilità di questo momento. La nostra abilità, sia come scrittori e anche quella mia da regista, è stata quella di incanalare questi argomenti che sembrerebbero da film seri, con molta delicatezza, nel percorso di una commedia». In effetti nei temi affrontati c’è ben poco da ridere: la perdita del lavoro; i ragazzi costretti ad andare all’estero per cercare un futuro e un importante imprenditore arrestato, rappresentano una grande sfida per un regista intenzionato a rappresentare il tutto in chiave ironica. «Io sono un osservatore della realtà, un pedinatore degli italiani; leggo molto e spesso prendo spunti da alcuni articoli di giornale. Ho voluto raccontare il tempo che sto vivendo e quindi non posso non mettere certe emergenze di questo momento per combinarle in un discorso di commedia. Per fare questo ci vuole un equilibrio incredibile, molto delicato. Questo senso della misura è frutto di una grande concentrazione che deve avere un regista, così come gli scrittori durante la stesura del copione. Io senza realtà non so lavorare: ho sempre osservato e raccontato la mia quotidianità. Qualche volta ci sono riuscito, altre volte avrei potuto fare meglio, però sono sempre stato molto onesto. Mi interessa fermare il periodo che sto vivendo, con i suoi difetti, le sue fragilità, i suoi limiti».
Grazie alla presenza di Luisa, Federico imparerà ad ascoltare e capire un po’ meglio i suoi figli, e a sua volta diventerà per lei un sostegno importante. Giorno dopo giorno le cose migliorano ed i Picchioni, insieme a Luisa, sembrano quasi una nuova, felice famiglia, nonostante qualche comica insofferenza dovuta ai loro caratteri così diversi. Divisi dalla parete che separa i loro appartamenti, Federico e Luisa sembrano intenzionati a non decidere del loro rapporto: restare amici o provare a fare un passo in più? Chi può dirlo, ma quando una storia nasce sotto una buona stella, ogni evoluzione è possibile.
Le riprese del film, durate poco più di un mese, sono state effettuate a Roma: gli interni dell’appartamento negli studi di Cinecittà.