Il destino ha sempre rappresentato uno dei più accesi dubbi esistenziali che l’uomo si porta avanti dalla preistoria. Rimanendo con i piedi per terra, verrebbe da chiedersi: dove starebbe scritto che il destino, ovvero che tutto lo svolgimento della nostra vita, sia già stabilito? In qualche pietra nascosta nei fondali oceanici? Oppure su qualche nuvola permanente?
Per molti la risposta potrebbe essere che tutto sia già prestabilito da un progetto divino. E se così fosse allora che senso avrebbe la vita? Potremmo infatti smettere di lavorare e opprimerci, rimanendo seduti comodamente in poltrona ad aspettare il nostro finale a sorpresa…
E se invece fosse un nostro progetto recondito?
Non tutto può essere spiegato attraverso la ragione, ma una risposta pressoché sensata si potrebbe almeno tentare di trovarla, indipendentemente dal risultato.
La scienza moderna, così come la tradizione spirituale orientale, afferma che il mondo esterno è come uno specchio che riflette il nostro stato interiore, ovvero il nostro atteggiamento mentale. Se siamo convinti che il mondo sia ostile nei nostri confronti, così sarà. Chi si sente vittima impotente delle circostanze, rimarrà tale perché troverà ogni giorno le prove che confermeranno questa sua credenza negativa. Chi invece crede che il suo modo di pensare prevalentemente positivo si rispecchi nella sua realtà, troverà anche lui le prove che rafforzeranno tale credenza. Ognuno vede e percepisce la realtà in maniera personale e differente. E’ vero che la realtà è una sola, ma è costituita da diversi “strati” che corrispondono al singolo atteggiamento mentale di ciascuna persona. Nulla quindi accade per caso. Per spiegare in maniera più completa un concetto come questo, che potrebbe sfociare nella filosofia, bisognerebbe addentrarsi nella fisica quantistica. Al di là del mascheramento impostato dai mass media, la scienza contemporanea ci mostra ciò che l’uomo dell’epoca di Newton, il massimo esponente della fisica classica, non era riuscito ancora a comprendere. Negli anni ’30 la fisica quantistica dimostrò che l’atto dell’osservazione umana influenzava il comportamento delle particelle (Principio di indeterminazione di Heisenberg). Addirittura questa costatazione fu dimostrata anche attraverso un teorema matematico. Una scoperta tale sconvolse persino il celebre Albert Einstein, anch’egli autore di rivoluzionarie scoperte attinenti la percezione della realtà.
Si dice che il mondo è bello perché vario. A ognuno la sua interpretazione. Ma per essere più coerenti con la razionalità, basterebbe cambiare prospettiva, magari ponendosi la seguente domanda: come potremmo pretendere di ottenere dei risultati nuovi e soddisfacenti se continuiamo a pensare e ad agire sempre alla stessa vecchia maniera?